ANGURIA, NEL MANTOVANO PARTENZA IN SALITA

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Produzione scarsa e domanda rallentata dal clima non sempre estivo. Per l’anguria, frutto che con più di mille ettari coltivati vede Mantova primeggiare in Lombardia (in Italia la provincia è seconda soltanto a quella di Taranto), la stagione parte in salita.

«Ci sono ripercussioni negative sulla produzione dovute all’andamento climatico – spiega a La Gazzetta di Mantova Vittorio Bassi Andreasi, produttore della zona di Sermide in quota Confagricoltura – in primis per quanto riguarda la resa per ettaro. In secondo luogo pagheremo la qualità, che sicuramente non è eccelsa. In molti casi abbiamo a che fare con frutti con il cuore cavo interno, letteralmente spaccati per la troppa acqua. Personalmente ho percentuali di frutti danneggiati che arrivano anche all’80%».

Paolo Bassi, agricoltore di Coldiretti con 60 ettari tra cocomero e mini-cocomero nel Sermidese, conferma la scarsa disponibilità di prodotto: «Rispetto alle medie stagionali le produzioni si collocano al di sotto di un 30% abbondante, in particolare per le piogge prolungate di maggio e le grandinate che hanno falciato parte dei cocomeri in campo nell’area compresa fra Revere, Poggio Rusco, Magnacavallo, Sermide».

Tra minori allegagioni (la fase iniziale dello sviluppo del frutto) e angurie andate distrutti, la previsione è che anche per i prossimi quindici giorni la produzione sarà scarsa, aspetto – dice Coldiretti – che contribuisce a mantenere i prezzi sui mercati su livelli discretamente remunerativi per i produttori. I prezziA singhiozzo anche la produzione del Sud Italia e della Grecia, il cui import è frenato dagli alti costi di trasporto. A livello di prezzo «i mercati stanno tenendo abbastanza bene – aggiunge Bassi Andreasi – un’anguria di qualità, ad oggi, con una pezzatura dai 10 chili in su, nei mercati ortofrutticoli viene pagata tra i 70 e i 90 centesimi lordi al chilo, in linea con lo scorso anno. Il problema vero è che manca prodotto».

«All’ingrosso ci aggiriamo intorno ai 60-70 centesimi al chilogrammo, mentre per la vendita a casa, per chi la fa, si parla di 40 centesimi – afferma Paolo Bassi – più alti i prezzi del mini-cocomero, che si commercializza con un peso che oscilla fra 1,5 e 3 chilogrammo. In questo caso per il prodotto confezionato nella cassetta al mercato siamo intorno ai 90 centesimi».

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