AMAZON SCEGLIE L’ITALIA PER LA SPESA A DOMICILIO?

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Amazon Fresh Delivery sembrerebbe aver scelto l’Italia. La notizia è stata data nei giorni scorsi da Milano Finanza e ripresa dal Corriere della Sera. In poche ore – come si dice in questi casi – è diventata virale, rimbalzando da un sito all’altro sul web. In realtà ancora nulla è confermato – e il condizionale dunque è d’obbligo – ma nel mondo della grande distribuzione i rumors sono sempre più insistenti.

 

Dopo il successo riscosso negli States, il colosso americano esporterà il proprio servizio di vendita e consegna in un’ora di alimenti e pasti caldi anche in Europa; per farlo sembrerebbe aver preferito il Bel Paese alle solite Germania e Inghilterra. Quello del food delivery in Italia è un business potenzialmente molto interessante – con buoni margini di crescita e pochi competitor coinvolti – ma che deve fare i conti con certe “lacune di sistema”.

Nel 2015 il giro d’affari per gli acquisti online – secondo le stime del Politecnico di Milano – raggiungerà i 15 miliardi di euro; di questi una fetta sempre più importante è occupata dal commercio di alimenti e vino, che negli ultimi tempi ha fatto registrare una crescita del 30%. Se però il fondatore e CEO di Amazon Jeff Bezos sceglierà l’Italia la concorrenza che si troverà ad affrontare non sarà certo delle più temibili. Al momento l’unico player nel segmento è Esselunga.

L’insegna, nonostante i 10 mila prodotti tra fresco e confezionato disponibili sulla vetrina virtuale, offre un servizio di copertura parziale del paese e che richiede almeno un giorno di attesa dopo l’evasione dell’ordine. Per quel che riguarda Coop, invece, la vendita online è limitata a prodotti grocery non alimentari. Realtà interessanti sono quelle rappresentate dalle startup nostrane Risparmio Super – che collabora con Carrefour per la consegna in 3 ore di prodotti alimentari (limitando il servizio all’acquisto effettuato in soli 120 punti vendita) – e Supermercato24, che permette di comprare in rete diversi prodotti da insegne differenti per poi recapitare la spesa direttamente a domicilio entro un’ora. Anche questo servizio è però circoscritto geograficamente a 58 province. Amazon probabilmente sarebbe l’unica realtà a poter superare i limiti territoriali e di logistica del nostro paese.

Il vero problema tuttavia – riferisce al Corriere della Sera una fonte anonima molto vicina al management – è legato ai prezzi. In Italia i prezzi sono molto localizzati e differenziati anche all’interno della stessa catena a causa delle politiche di pricing basate sulle logiche di piazza. Il “prezzo fisso” dunque potrebbe essere il vero ostacolo al servizio Amazon Fresh. Ma non l’unico. Il timore – riportato in calce all’articolo dalla giornalista del Corriere della Sera – è che un’offerta non ancora pronta e sufficientemente strutturata ad affrontare una domanda in crescita possa mettere seriamente a rischio la sopravvivenza di colossi stranieri sul mercato nostrano (vedi caso Uber). (c.b.)

 

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