ALMERIA (SPAGNA), PRODUZIONE DI ORTAGGI DIMEZZATA PER IL MALTEMPO

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Le gelate di quest’inverno hanno falcidiato la produzione di ortaggi in Almeria (Spagna) tra il 40 ed il 50% con la conseguenza che i mercati, ad esempio, di Regno Unito, Belgio e Olanda sono rimasti sprovvisti delle consuete forniture provenienti dal Paese iberico.

Rimane limitata la fornitura di melanzane, cetrioli e zucchine la cui produzione è letteralmente ferma per via della particolare sensibilità al freddo di queste varietà. Mentre per pomodori e peperoni è attesa una mancanza di prodotto fra fine marzo ed inizio aprile per una serie di fattori concomitanti fra cui l’allagamento delle serre e le riconversioni colturali, specie per il pomodoro, verso prodotti più redditizi.

Insomma, il cambio climatico sta ancora impattando sullo sviluppo dell’attuale campagna orticola andalusa e potrebbe portare, almeno per quest’anno, alla ridefinizione della geografia delle esportazioni sul mercato europeo dove la Spagna detiene una posizione di leader con una quota del 94% delle esportazioni ortofrutticole totali.

La stagione ha già avuto un inizio difficile, poiché le temperature calde registrate in tutto il continente hanno permesso di prolungare le campagne europee e quindi determinare un eccesso di prodotto sul mercato. Peraltro, il passato autunno, insolitamente mite, ha fatto aumentare eccessivamente i volumi di alcune verdure, come i cetrioli. Ciò ha ridotto i prezzi al punto che il 30% della produzione ha dovuto essere ritirato dal mercato.

Ora, invece, le piante stanno subendo lo stress del freddo portato dalla tempesta ‘Filomena’, che ha rallentato la produzione e quindi dell’attività del settore oltre che, in alcuni casi, anche importanti aumenti dei prezzi per la drastica riduzione dell’offerta che arriva fina alla metà in meno del prodotto rispetto alle settimane precedenti.

“La fornitura è limitata, soprattutto nel caso di melanzane, cetrioli e zucchine – afferma Ginés González, manager dell’azienda almeriense Hortisol – Qui non ha nevicato, ma questi tre ortaggi sono sensibili al freddo e la loro produzione è ferma. Abbiamo riscontrato notevoli aumenti di prezzo a causa della carenza di prodotti”.

Nelle aste in Almeria per intendersi, si è arrivati ai 4 euro al chilo per le melanzane o ai 3 euro al chilo per le zucchine, superando di gran lunga i valori dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma la produzione sul mercato libero è stata pochissima anche grazie ai programmi concordati con i principali retailer, che hanno mantenuto stabili i prezzi.

Per quanto riguarda l’attività di export del colosso ortofrutticolo iberico, è stata segnalata una carenza di verdura in vari supermercati nel Regno Unito, Belgio o Olanda proprio a causa della minore produzione della Spagna che è principale fornitore di verdure in Europa nella stagione invernale.

Per quanto riguarda pomodori e peperoni è attesa una mancanza di prodotto tra fine marzo ed inizio aprile. A differenza di cetrioli, zucchine e melanzane, in questo periodo c’è stata una relativa stabilità di volumi per peperoni e pomodori, nonostante anche loro abbiano subito l’impatto della tempesta Filomena.

I prezzi del peperone sono piuttosto stabili, con una leggera tendenza al ribasso. Per i peperoni l’eccesso di pioggia ha creato problemi di accesso alle serre con una riduzione della possibilità d lavorare in campo che oscilla tra il 40 e il 50%.

“Nel caso del pomodoro – ha detto Gines González – la carenza di volumi è stata causata dal rallentamento del processo di maturazione, causa freddo. I coltivatori raccolgono ogni due settimane anziché ogni sette giorni”.

Allargando la visione a contesto produttivo almeriense, in generale, si vede come i pomodori stiano perdendo progressivamente superfici per essere sostituiti da colture più redditizie, quali, appunto, i peperoni che richiedono, peraltro, meno manodopera rispetto ad altri ortaggi.

A questo si aggiunga che la produzione spagnola si trova a dovere affrontare la crescente concorrenza di pomodori premium di Paesi come l’Olanda o il Belgio, nonché delle produzioni del Marocco e della Turchia. Quest’ultima sta diventando sempre più competitiva, persino più del Marocco.

Mariangela Latella

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