ALLUVIONE, SECONDO ANNO SENZA PRODUZIONE. “SUI RISARCIMENTI PROCEDURE NON CHIARE”

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Secondo anni di perdita di produzione per le coltivazioni travolte l’anno scrso dalle frane: le aziende agricole danneggiate risultano essere circa 3.500 in Emilia Romagna (fonte Rapporto agroalimentare Regione Unioncamere 2023), di cui il 35% in provincia di Ravenna.

«Oltre duecento piante di pero trascinate via e parte del frutteto ancora improduttiva, la stalla svuotata, l’allevamento allo stato brado di Mora Romagnola spostato altrove e un bacino irriguo non più utilizzabile». Il presidente di Confagricoltura Ravenna, Andrea Betti, spiega in estrema sintesi lo stato in cui versa tuttora, per i danni provocati dalle frane più di un anno fa, l’azienda agricola Terra dei Gessi sulle colline di Casola Valsenio (RA), a 500 metri di altitudine, all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola, dove stamattina ha chiamato a raccolta un centinaio di rappresentanti del mondo agricolo e delle istituzioni in occasione della 27° edizione di Cancelli Aperti. L’evento annuale che celebra l’imprenditoria agricola d’eccellenza ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, del presidente del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola Alfonso Nicolardi, del Sindaco di Casola Valsenio Maurizio Nati e del presidente regionale di Confagricoltura Marcello Bonvicini. «Il flop della Piattaforma Sfinge è figlio di un iter complicato, oneroso e troppo lento – rincara la dose Betti – le aziende agricole hanno già perso due anni di produzione nei terreni colpiti da movimenti franosi. E laddove manca la messa in sicurezza la situazione peggiora sempre di più».

Con lui c’è Virginia Lo Rizzo, titolare dell’impresa che conta 50 ettari coltivati con una superficie vitata di 10 ettari, l’oliveto (4 ha), ma anche frutteti (8 ha) e seminativi (14 ha). «Circa il 20 per cento della superficie coltivata in azienda è interessato da frane – poi sulla piattaforma Sfinge dice – non sappiamo ancora, con esattezza, quale sia la procedura da seguire per chiedere il risarcimento, non c’è nulla di chiaro e ben definito». Per quanto concerne i danni arrecati alla rete perimetrale dell’allevamento di suini (1100 capi destinati alla produzione del prosciutto di Parma DOP), l’azienda ha ricevuto solo ora l’ok ai fondi del bando regionale (misura 102 – zootecnia), ma per un importo molto inferiore a quello della perizia. «Nel frattempo però – aggiunge l’imprenditrice – la frana è scesa a valle e adesso per sistemarla occorrono più soldi».

Cancelli Aperti ha fatto tappa anche all’azienda agricola e agrituristica Relais Mevigo della famiglia Ricci Bitti, a Casola Valsenio, specializzata nella produzione di frutta, uva e olive. «Abbiamo presentato le prime domande sulla piattaforma Sfinge a un anno di distanza dall’alluvione, senza certezze: questi tempi sono incompatibili con qualsiasi attività aziendale – osserva Alessandro Ricci Bitti – per ogni richiesta servono professionalità (geometri, geologi, periti agrari, ecc.) e autorizzazioni che costano, auspichiamo che l’iter di valutazione sia rapido».

Sugli interventi effettuati subito, con risorse proprie, per sistemare strade smottate e mettere in sicurezza campi e frutteti franati, rimarca: «Ci siamo rialzati affrontando da soli l’emergenza e i lavori di rispristino per salvare ove possibile i raccolti di frutta e cereali del 2023 e per rendere le strutture agrituristiche accessibili».  L’edizione numero 27 di Cancelli Aperti è stata realizzata con il contributo di Vianello Insurance Broker, iGreen System e Romagna Impianti.

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