ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA, 32 MILA EURO DI DANNI PER ETTARO NEI FRUTTETI

Condividi

Da due settimane l’Emilia-Romagna è travolta da piogge, grandine e inondazioni, con pesanti ricadute sull’agricoltura e sugli ecosistemi più produttivi. La situazione sta peggiorando di ora in ora e porterà a nuove criticità idrauliche e idrogeologiche.

Intanto si fa la prima conta dei danni nelle aree già alluvionate o soggette a ristagno idrico, in particolare nel Bolognese (tracimazione dell’Idice e del Quaderna), tra Imola, Conselice e Massa Lombarda (il Sillaro); nel Faentino (Senio e Sintria; Lamone e Marzeno); nel Ferrarese, la tracimazione del canale Scorsuro alle porte della città e quella della chiusa Cardinala sul torrente Idice, che ha causato l’allagamento di un migliaio di ettari ad Argenta e Campotto con perdite del 100%, infine nel Forlivese su una superficie coltivata di circa 20 ettari.

La stima di Confagricoltura Emilia Romagna è fino a 6.000 euro a ettaro di danni per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, colture orticole e sementiere) e 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Il calcolo non comprende però le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquidità finalizzate a far ripartire l’attività. Da rilevare inoltre la sospensione delle operazioni colturali, tra cui i trapianti del pomodoro da industria, l’impossibilità a effettuare i trattamenti fitosanitari che aumenterà il rischio di fitopatie e la mancanza di foraggio per l’alimentazione delle bovine da latte.

Solo nella Bassa Romagna, in provincia di Ravenna, il conto agricolo delle inondazioni supera i 200 milioni di euro. Sono finiti sott’acqua e sono ancora coperti da uno strato di limo, argilla e sabbia, circa 1.800 ettari a Conselice e 1.500 ettari a Villanova e Boncellino di Bagnacavallo. L’ondata di fango ha invaso i frutteti (peschi, albicocchi, susini e peri), le vigne del Trebbiano e quelle del tipico Bursòn come pure il distretto delle colture da seme.

Incalcolabili sono, al momento, i danni provocati dalle frane in montagna e in collina. Servono centinaia di migliaia di euro ad azienda per il ripristino e la messa in sicurezza nei comuni martoriati dai dissesti. Si tratta di oltre mille ettari coltivati nel territorio che si estende dalla Romagna Faentina (Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme), a Modigliana, Dovadola e Predappio (FC), un’area prevalentemente frutticola, vitivinicola e olivicola. Si registrano smottamenti in Appennino anche nelle province di Modena, Bologna e Imola, nella valle del Santerno.

Ad aggravare lo scenario si sono aggiunte le violente grandinate dei giorni scorsi, dal capoluogo emiliano (in Valsamoggia e a Castel Maggiore), alla Romagna al Cesenate (in special modo a San Vittore, Borgo Paglia, Madonna Dell’Ulivo, Bertinoro, Montiano e Longiano).

Marcello Bonvicini, presidente regionale di Confagricoltura, auspica «un decreto-legge speciale per dare pieno sostegno alla popolazione e alle imprese, rischiamo di perdere un patrimonio agricolo unico, in pianura e nell’alta collina», dice abbracciando la linea della Regione e del Governatore Bonaccini.

Il presidente nazionale Massimiliano Giansanti ha portato all’attenzione del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, la situazione dell’Emilia Romagna: «L’ondata di maltempo richiede interventi straordinari.  Non si tratta di una questione che riguarda esclusivamente l’Emilia Romagna, ma ci pone di fronte alla necessità di attuare interventi urgenti per ristorare i danni e per evitare che i cambiamenti climatici in atto compromettano ulteriormente la produttività delle aziende agricole e l’economia di interi territori».

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE