ALLE “CONSERVE DELLA NONNA” CI PENSA LA COLDIRETTI

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Era inevitabile che qualcuno prima o poi avrebbe pensato al collegamento frutta-verdura/gastronomia, ristorazione. Lo ha fatto – guarda caso – la Coldiretti che ha lanciato per domani, martedì 3 settembre in piazza Portello a Milano il primo “cooking show della nonna”.

Un evento per svelare – spiega una nota – “i trucchi del mestiere con dimostrazioni pratiche ed il contributo di chef, esperti e nutrizionisti ma anche dell’associazione casalinghe di Voghera che saranno all’opera in rappresentanza delle famiglie italiane. Nell’occasione saranno presentati i risultati dell’indagine Coldiretti/Swg che fotografa per la prima volta il ritorno della passione degli italiani per le conserve fatte in casa”.

Non ci voleva molto a collegare il mese di settembre con la stagione delle conserve fatte in casa, dalla passata di pomodoro alle marmellata di frutta fino ai sottolii e ai sottaceti, “per garantirsi una alimentazione più genuina ma anche per risparmiare al tempo della crisi”.

Ovvio che una iniziativa del genere non salva la stagione di frutta e verdura, però è una occasione di comunicare i valori dell’ortofrutta di casa nostra col supporto di chef ed esperti nutrizionisti. Un piccolo evento che dimostra ancora una volta l’attenzione e la cura totale che Coldiretti dà alla comunicazione e al marketing non solo di se stessa ma di un intero comparto che soffre di una incredibile incapacità di dialogare con i consumatori e la pubblica opinione per trasmettere i propri valori.

C’è qualcuno che ci pensa, ed è un bene. Ma si resta basiti davanti all’insensibilità di un intero comparto economico, che conta una foltissima rappresentanza di interessi privati e cooperativi, e che è anche un pilastro del made in Italy, davanti ai temi della comunicazione e del marketing, oggi ineludibili per chi vuole contare qualcosa.

Capisco che ogni impresa pensi soprattutto al proprio orticello, a vendere e comprare al meglio, a ottimizzare e diventare più efficiente, però ci dovrebbe essere da qualche parte una sede, un tavolo, un punto in comune dove affrontare i temi istituzionali, quelli che interessano tutti, quelli che coinvolgono l’immagine collettiva. Una questione prima ancora che di interesse economico, quasi culturale: se non comunichi, è come non esistessi, e qualcun altro lo farà per te. Un tema che noi del Corriere abbiamo sollevato ormai da anni per svegliare chi ci dorme sopra da troppo tempo. Altrimenti una soluzione ci sarebbe: chiamate ad occuparsene la Coldiretti, sicuramente ci stanno già pensando (e il progetto UeCoop è fatto anche per questo).

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

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