Al via questa mattina la tredicesima edizione di Fruit Attraction, la prima in presenza dopo il Covid, ospitata dal quartiere fieristico di Madrid fino al prossimo 7 ottobre.
Fino ad ora sembra (prevedibilmente) essere una delle fiere di settore più ‘popolate’ tra quelle della cosiddetta ‘ripartenza’. Secondo i dati forniti dagli organizzatori, quest’anno partecipano 1.300 aziende provenienti da 44 Paesi; mentre sono 42mila i metri quadrati netti espositivi che rappresentano l’intera catena del valore.
Il segmento dei prodotti freschi è ancora una volta il più rappresentato, con più del 65% dell’offerta espositiva, ma cresce la presenza dell’industria ausiliaria, con il 28% degli espositori. Il quadro dei partecipanti si completa con le aziende specializzate in logistica, mobilità, Information tecnologies e gestione della catena del freddo per alimenti freschi e congelati, che espongono nel nuovo hub di Fresh Food Logistics.
In tutto otto i padiglioni occupati che stanno accogliendo visitatori professionali provenienti da 105 Paesi, secondo i dati Ifema.
“La particolarità di questa versione post Covid – afferma il direttore della fiera Raul Calleja che abbiamo intervistato a margine dell’inaugurazione – è che il 21% dei visitatori partecipa a Fruit Attraction per la prima volta. Questo ci permette di raggiungere i livelli dell’edizione 2018 e arrivare alla quota dell’82% rispetto a quelli del 2019, ultimo evento in presenza prima del Covid”.
Con una rappresentanza internazionale superiore al 31%, spicca la notevole crescita della presenza dell’America Latina soprattutto nel settore della frutta esotica la cui domanda sta letteralmente decollando nel Vecchio Continente.
Confermata, inoltre, la partecipazione di tutte le zone di produzione e comunità autonome della Spagna, oltre alla presenza internazionale di 44 Paesi.
“Con questi numeri – ha detto Luis Planas (nella foto d’apertura), ministro spagnolo dell’Agricoltura, nel suo discorso all’inaugurazione della Fiera – la fiera madrilena si conferma la seconda fiera europea più importante dopo quella di Berlino”.
Per darle il maggior sostegno necessario, visti i tempi duri dettati dalla pandemia, quest’anno sia il Ministero che Fepex, hanno aumentato il loro supporto finanziario.
“Un supporto – ha spiegato Calleja – che ci ha permesso di garantire l’invito e l’ospitalità a circa 600 buyer provenienti da 67 Paesi nel programma di incoming della fiera”.
I numeri della Spagna e gli investimenti previsti
Nel 2021, la Spagna ha raggiunto i 15,2 miliardi di euro di produzione ortofrutticola nazionale e 18 miliardi di tonnellate di frutta e verdura metà delle quali sono ormai esportate nei Paesi Terzi. E’ il secondo Paese esportatore al mondo dopo gli Stati Uniti d’America ed è riuscito a mantenere praticamente inalterato il commercio con il Regno Unito dopo la Brexit con una leggera riduzione dei volumi ma, in compenso, con un aumento dei valori. Ma, anche in questo colosso agricolo europeo non mancano i settori in sofferenza, come ad esempio, quello degli agrumi, delle drupacee e ancor peggio, quello delle banane (platani) delle Isole Canarie.
“Il Governo spagnolo – ha detto Planas – sta studiando, anche nel quadro delle politiche europee, come sostenere i settori più colpiti. Ad esempio, per quello delle banane delle Canarie, è stato approvato oggi un Regio Decreto, nel Consiglio dei Ministri che si è tenuto questa mattina, che prevede un’azione di grande sostegno al comparto produttivo dell’arcipelago atlantico e che applaude all’iniziativa di un programma di educazione alimentare per le scuole che vede le banane delle Canarie protagoniste della colazione dei ragazzi”.
Sul fronte del problema della siccità, che sta colpendo tutti i Paesi dell’area sud del Mediterraneo, Planas ha annunciato un piano di investimenti, soprattutto sulle tecnologie irrigue e sull’agricoltura di precisone, che sarà inglobato dal PNRR spagnolo.
“Partiamo con un investimento superiore ai 500 milioni di euro – ha detto – ma pensiamo di poterlo portare anche ad 800 milioni di euro. Il problema della carenza della risorsa idrica è cogente e sarà destinato a diventare critico, se non si interviene con misure specifiche e con la tecnologia, in previsione di riduzioni delle scorte idriche tra il 30 e il 50% nei prossimi anni”.
Intanto la Spagna ha appena firmato un documento congiunto con Francia e Austria per chiedere a gran voce a Bruxelles la reciprocità nelle regole di import export nei rapporti con i Paesi terzi.
“Essendo un Paese nettamente esportatore – ha precisato Planas – non possiamo certo essere proibizionisti. Si tratta semplicemente di essere messi in condizione di lavorare tutti con le stesse regole”.
Mariangela Latella