L’Italia è il primo Paese europeo per esportazioni di prodotti biologici e uno dei maggiori mercati di sbocco comunitari è la Germania, dove l’alimentazione ‘organic’ e’ un’abitudine radicata, con un fatturato medio che arriva a 6 miliardi di euro l’anno, vale a dire quasi un terzo del valore complessivo del comparto in Ue (20 miliardi).
Per questo manifestazioni come ‘BioFach’, il Salone mondiale del ‘bio’ che apre ufficialmente oggi a Norimberga (e proseguirà fino a venerdì 16), rappresenta per le aziende agricole italiane una delle vetrine internazionali più importanti e redditizie.
Lo comunica, in una nota, Anabio, l’Associazione nazionale agricoltura biologica della Cia (Confederazione italiana agricoltori). Già oggi, tra le imprese italiane ‘bio’ internazionalizzate, nove su dieci esportano in Germania – spiega Anabio Cia – ma c’è ancora un enorme margine di crescita oltreconfine, visto che secondo l’Ice il potenziale del biologico nel mercato tedesco si aggira a lungo termine intorno ai 13 miliardi di euro. E tra i prodotti ‘bio’ che l’Italia esporta in Germania – ricorda Anabio – il primo posto è occupato evidentemente dall’ortofrutta (55 per cento), di cui Berlino è importatore netto mentre lo Stivale è ”l’orto d’Europa”.
Seguono vino biologico (11,2 per cento), conserve di pomodoro (8,5 per cento), olio d’oliva (6,2 per cento) e ”altri prodotti” (18,5 per cento).
‘BioFach’, quindi, è una grossa opportunità per le nostre aziende ‘bio’, dal punto di vista della visibilita’ e del business – conclude la Cia – tanto più che solo nell’ultimo anno il numero degli operatori del settore è passato da 47.663 unità a 48.269 e oggi in Italia si trova un terzo delle imprese biologiche europee, con una superficie coltivata a ‘bio’ pari a oltre un milione e 200 mila ettari.