AGRUMI: IN EUROPA PRODUZIONE PREVISTA IN LEGGERO CALO. SULL’EXPORT L’ITALIA ARRANCA

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L’evoluzione congiunturale del settore agrumario nell’area mediterranea è stata analizzata dall’Assemblea generale del Comité de Liaison de l’Agrumiculture Méditerranéenne tenutasi a Madrid con la partecipazione di una delegazione della sezione italiana del C.L.A.M. Si è esaminato il consuntivo della campagna agrumaria 2010-11 e le previsioni di quella 2011-12.

Nei Paesi mediterranei la produzione di agrumi 2010-11 ha superato complessivamente 20 milioni di tonnellate, confermando la leadership sul piano mondiale per volume di esportazioni del prodotto allo stato fresco attestatosi a 7,6 milioni di tonnellate.

In Italia la produzione di agrumi 2010-11 è diminuita a 3.231.700 tonnellate (contro le 3.697.000 tonnellate della precedente campagna), risultando ripartita in 1.950.000 di arance, 758.000 di piccoli frutti, 488.000 di limoni, 26.500 di bergamotti, 7.500 di pompelmi e 1.700 di cedri. La produzione è stata destinata nella quasi totalità al mercato interno e in minima parte alle esportazioni, mentre 792.700 tonnellate sono state avviate alla trasformazione industriale.

La campagna è stata caratterizzata dalla contrazione della produzione di arance, i cui prezzi hanno fatto registrare alterne quotazioni. Tuttavia, le esportazioni di arance sono aumentate del 13% rispetto alla precedente campagna. La produzione di limoni è rimasta stabile, ma la sua commercializzazione ha subito contraccolpi dal prodotto spagnolo e argentino.

Effetti negativi si sono riversati sul comparto delle clementine a seguito della agguerrita concorrenza estera, generando una grave crisi di mercato in Calabria che è la regione maggiore produttrice di questa specie agrumaria. E’ però cresciuta la domanda dei mandarini Avana e di Ciaculli che – pur avendo semi e presentando problemi di senescenza delle piante – riscuotono successi in nicchie di mercato tradizionalmente favorevoli a questi frutti.

Le esportazioni di agrumi italiani sono ammontate a 258.100 tonnellate, risultando in calo nei confronti delle 288.300 tonnellate della precedente campagna. I Paesi dell’Europa occidentale hanno assorbito la maggior parte delle spedizioni, privilegiando la Germania (58.200), l’Austria (22.700), la Svizzera (17.299) e la Francia (16.100). Verso i mercati dell’Europa orientale è stato inoltrato un totale di 17.400 tonnellate di agrumi italiani.

Le importazioni di agrumi esteri in Italia si sono ulteriormente rafforzate avendo raggiunto nella campagna 2010-11 le 322.974 tonnellate rispetto alle 300.453 tonnellate della campagna precedente, provenendo principalmente dalla Spagna per arance e clementine, dal Sud-Africa per arance e pompelmi e dall’Argentina per i limoni. Con il progredire della liberalizzazione degli scambi si accentua il già limitato grado di competitività delle imprese italiane che operano nel settore agrumario manifestandosi ora più fortemente anche sul mercato interno. Rimane modesta la quota di agrumi esportati che ha toccato appena il 7% della ragguardevole entità della produzione.

Da notare che nella campagna 2010-11 le esportazioni di agrumi spagnoli sono state pari al 55% della produzione. In realtà, sono risultati finora inefficaci – anche per motivi di carattere fitosanitario – i tentativi italiani di introdursi su nuovi mercati (quali Giappone, U.S.A., Canada, Australia), mentre accusano ritardi le trattative in corso per raggiungere accordi commerciali con altri Stati (Cina, Brasile, Corea del sud).

Va rilevato tuttavia che per superare le difficoltà di collocamento dei nostri agrumi – imputabili essenzialmente ai più alti costi di produzione – si è avviato in Italia un processo di miglioramento della qualità dei frutti puntando soprattutto sulla creazione di nuove cultivar più gradite ai consumatori.

Una esauriente relazione su questi temi con particolare riferimento alle arance rosse di Sicilia è stata svolta in Assemblea da Giuseppe Reforgiato, ricercatore dell’Ente CRA di Acireale. Al fattore qualità sono riconducibili le iniziative in corso di attuazione volte a intensificare la lotta alle patologie che colpiscono le piante e i frutti di agrumi. In tale contesto, Antonino Catara ha esposto in Assemblea le linee di nuovi metodi scientifici atti a contrastare il dilagare della “Tristeza” che arreca gravi danni al patrimonio agrumario in Italia e all’estero. E’ stato altresì segnalato un progetto elaborato dall’Ente di Sviluppo Agricolo – E.S.A. di Palermo finalizzato alla creazione di una biofarm in Tunisia per la produzione di maschi sterili della mosca mediterranea al fine di evitare la propagazione di questo nocivo fitofago.

In tema di previsioni 2011-12 il C.L.A.M. ritiene che nel bacino mediterraneo la produzione di agrumi diminuirà dello 0,7% rispetto alla precedente campagna. Anche le esportazioni sono previste in calo (-3%).

In Italia le previsioni 2011-12 fanno ascendere la produzione a 3.599.000 tonnellate, che dovrebbero riportarla ai livelli della campagna 2009-10. Le arance bionde si preannunciano di buona qualità per le varietà precoci e per le tardive. Occorrerà però vigilare sulle offerte in dumping di arance navel e naveline provenienti da Grecia e Egitto. Le arance rosse presentano un calibro medio-piccolo. Una interessante iniziativa sarà adottata dalla Regione Sicilia allo scopo di incentivarne il consumo attraverso l’installazione presso le scuole di macchine per la loro spremitura. Il comparto delle clementine dovrebbe far registrare una leggera diminuzione della produzione e un miglioramento della qualità, ma permangono notevoli i problemi nella commercializzazione dei prodotti provocati dalla concorrenza estera.

Anche per i limoni il raccolto dovrebbe risultare inferiore a quello della scorsa campagna. Cresce l’interesse da parte dell’industria del limone a seguito del buon andamento mercantile di vari tipi di prodotti trasformati. In tema di previsioni dei raccolti degli agrumi si segnala un progetto – presentato in Assemblea dalla Sezione italiana del C.L.A.M. – concernente il ricorso al telerilevamento satellitare – integrato dal successivo impiego della aerofotogrametria e da controlli a campione sul territorio – che consente di ridurre ai minimi termini il margine di errore nell’accertamento dell’entità dei futuri raccolti. La sua tecnologia può essere validamente estesa ad una vasta gamma di altri prodotti agricoli. L’esame dei progetti innovativi precedentemente descritti sarà approfondito nel corso di una prossima riunione della Commissione agrotecnica del C.L.A.M. internazionale da tenersi presumibilmente in Sicilia.

Armando Jatosti

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