AGRUMI, ELEUTERI (AOP ARMONIA): “IL FUTURO PASSA DA AGGREGAZIONE, EXPORT E RICERCA”

Condividi

“La ridotta dimensione aziendale è uno dei limiti che più ha influito sulla inadeguatezza strutturale del sistema agrumicolo italiano”. È partito da questo basilare concetto il ragionamento di Marco Eleuteri (nella foto), direttore commerciale dell’Aop Armonia, intervenuto in un convegno sul futuro dell’agrumicoltura italiana e jonica in particolare tenutosi a Massafra (Taranto).

All’incontro sono intervenuti anche Franco Vitali (Biolchim), Giovanni Manca (AGQ Labs), Giuseppe Mennone (Az. Sperimentale Pantanello) con una folta partecipazione, circa 150 persone.

Eleuteri nel suo intervento ha sottolineato come i produttori italiani siano troppo piccoli per poter competere efficacemente con gli altri competitors mediterranei. “O ci aggreghiamo e cresciamo come dimensioni o non avremo alcuna possibilità di riconquistare uno spazio dignitoso sul mercato internazionale”, ha ribadito il manager dell’Aop con sede a Battipaglia (Salerno). Per Eleuteri assortimento varietale e packaging innovativi sono fattori decisivi per soddisfare le esigenze della gdo e l’export per le aziende rimane un fattore fondamentale per il rilancio del settore.

La nostra ricerca agrumicola va sostenuta se vogliamo presentarci sul mercato internazionale con un’offerta di agrumi dalla marcata identità italiana, sfruttando l’immagine del made in Italy, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo”. Il direttore commerciale dell’Aop Armonia ha ricordato inoltre che grazie alla ricerca internazionale, nel corso degli ultimi 20 anni sono state introdotte sul mercato varietà ad elevata redditività. “Tra i produttori del bacino del mediterraneo quelli che si sono maggiormente avvantaggiati sono stati gli agrumicoltori spagnoli, grazie alle grandi dimensioni medie delle aziende iberiche e alla capacità della Spagna di fare sistema”, ha spiegato Eleuteri. “Questo li ha resi gli interlocutori ideali dei proprietari intellettuali delle stesse varietà, garantendo una diffusione consistente e al tempo stesso controllata della stessa cultivar in quel Paese”.

Le varietà di clementine protette più interessanti come nadorcott, tango o orri, tra l’altro, sono oggetto di dispute legali milionarie e, nonostante il costo intellettuale elevato, sono ormai molto coltivate soprattutto in Spagna. Quest’anno per la prima volta, le quotazioni della nadorcott si sono ridotte a marzo, non era mai successo negli anni precedenti.

Secondo Eleuteri “se l’italia vuole recuperare un ruolo di primo piano tra i produttori di agrumi del Mediterraneo deve tornare ad esportare. Per farlo dovrà cercare di offrire qualcosa di differente, distintivo ed appetibile. Ciò significa che per le easy pealer, i cui consumi sono in crescita al contrario delle arance, dovremmo cercare di differenziarci dai nostri competitors, in primis dalla spagna, che ha raggiunto livelli qualitativi molto elevati con costi produttivi inferiori a quelli italiani”. “Anziché offrire gli stessi prodotti, per cui il mercato internazionale probabilmente continuerebbe a preferire i prodotti iberici, dovremmo cercare di proporre una nostra linea italiana di easy pealer”, sottolinea Eleuteri “frutto della ricerca italiana e derivata dalla clementina comune, ossia una varietà marcatamente italiana e da un punto di vista gustativo tra le migliori in circolazione”.

Il manager dell’Aop campana ha ricordato come “oggi tutto ciò non è più un sogno, oltre allo spinoso, e’ ormai prossima alla diffusione una mutazione spontanea della clementine comune individuata dall’agronomo calabrese Francesco Perri ancora senza nome, per ora individuata con la sigla sz”.

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE