AGRINSIEME AL MINISTRO DE GIROLAMO: 10 MOSSE PER LA RIVOLUZIONE DEL MADE IN ITALY

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La nuova Pac è un’occasione da non sprecare e deve rappresentare un momento di rilancio dell’agroalimentare “made in Italy” per la crescita del Paese. I circa 52 miliardi di euro di spesa per l’agricoltura italiana possono generare nel periodo 2014-2020 un valore aggiunto di circa 1750 miliardi di euro (250 miliardi l’anno) tra fase produttiva primaria e attività collegate a monte e a valle.

 

Vale poco meno del 20 per cento del Pil. Risorse in grado di valorizzare il ruolo del made in Italy, creando occupazione, garantendo cibo sicuro e di qualità, innovando e investendo su giovani e donne e rafforzando imprese e filiere.

È quanto affermato a Roma dalle organizzazioni agricole e cooperative riunite in Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative italiane) che hanno presentato al Ministro delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo e agli assessori regionali all’Agricoltura un documento di proposte che, in dieci punti chiave, indica la strada per garantire un futuro di certezze e di sviluppo. Con questa iniziativa Agrinsieme si candida ufficialmente come soggetto di rappresentanza del mondo agricolo ed agroalimentare italiano aperto ad un confronto politico con le amministrazioni centrali e regionali.

“La nostra agricoltura si è confermata, nonostante le difficoltà che ha dovuto attraversare, un elemento fondamentale per l’economia italiana. Ora dobbiamo usare al meglio la Politica agricola comune perché è un’occasione che non possiamo perdere per il futuro non solo del comparto, ma di tutto il Paese. Per questo c’è bisogno del contributo e dell’impegno di tutti, delle organizzazioni, delle Regioni e del Parlamento. Per vincere le sfide che abbiamo di fronte serve un gioco di squadra, basato sul dialogo e la concertazione”. Così ha esordito il ministro durante l’incontro organizzato da Agrinsieme,
“Considero i miei veri interlocutori gli agricoltori, a loro dobbiamo dare risposte concrete ed efficaci, evitando che si ripetano errori commessi in passato. Se abbiamo chiaro questo obiettivo – ha sostenuto De Girolamo – non potremmo essere sviati da un quadro di instabilità e incertezza, nel quale ad avere la meglio sono sempre i mediocri. Invece ad essere premiati devono essere gli onesti, e in Italia e nella nostra agricoltura ce ne sono tanti. A breve convocherò un tavolo con le Regioni per confrontarci insieme sulla Pac e da settembre visiterò i territori di tutto il Paese per ascoltare e vedere le diverse realtà che ci sono, con la convinzione che la Pac debba dare soluzioni adeguate a tutti i nostri imprenditori”.

Inoltre a margine dell’incontro il ministro ha dichiarato all’Ansa che “l’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, verrà commissariata in queste ore  – perché è l’ente più importante attraverso il quale vengono fatti i pagamenti. Sono in arrivo tanti soldi dalla Pac e rispetto a questo ente ci vuole serietà, trasparenza e legalità”.

 

I dieci punti indicati da Agrinsieme sono:

promuovere un partenariato tra organizzazioni di rappresentanza e pubblica amministrazione;

porre come linee prioritarie di azione dello sviluppo rurale l’innovazione, l’organizzazione delle filiere e gli investimenti produttivi;

promuovere sul territorio come Agrinsieme progetti regionali e interregionali per lo sviluppo dell’agroalimentare in una logica di network tra imprese;
 

prevedere sottoprogrammi per i giovani nell’ambito dello sviluppo rurale, in aggiunta ai pagamenti diretti specifici;

promuovere sottoprogrammi per le donne con linee guida omogenee per tutta la nazione.

superare la logica “monofondo”, creando una coesione tra tutti i fondi comunitari ed attivando le opzioni strategiche per il Mezzogiorno e per le aree interne.

far coesistere programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale finanziando a livello nazionale le misure per la gestione del rischio e la stabilizzazione dei redditi

semplificare la burocrazia mirando a modelli omogenei dei bandi con criteri uniformi per tutto il territorio nazionale;

attivare tutte le scelte della PAC per selezionare i beneficiari e rendere più efficiente la spesa pubblica;

partire dalla PAC per riformare la legislazione nazionale in ambito di aggregazione dell’offerta e regolazione dei mercati (I costi delle inefficienze delle filiere agroalimentari nazionali assommano a due-tre volte i pagamenti diretti della PAC).
 

 

La Politica Agricola Comune in cifre

 

     35-40%: la quota del bilancio comunitario complessivo destinata alla PAC

     500 milioni: i cittadini europei ai quali l’agricoltura fornisce cibo ogni giorno

     50%: la quota del territorio europeo e nazionale destinata a coltivazioni agricole (oltre il 70 per cento se si considerano anche le foreste)

     12 milioni: gli agricoltori e le aziende agricole nell’UE, che garantiscono occupazione a 30 milioni di persone e ad ulteriori 10 milioni di addetti nel settore agroalimentare

     500 milioni di euro: le risorse che potranno essere destinati agli under40 in Italia nei prossimi sette anni, che potranno essere distribuiti su oltre 1,5 milioni di ettari ogni anno.

     6,5 miliardi di euro l’anno: le risorse, comprese quelle nazionali, che potranno essere utilizzate per ammodernare le imprese.

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