AGRICOLTORI CONTRO L’UE, NUOVE PROTESTE IN MEZZA EUROPA

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Nuova giornata di protesta da parte degli agricoltori in tutta l’Unione europea, che manifestano contro le misure di Bruxelles per il settore. Ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presieduto il dialogo strategico sull’agricoltura e la transizione verde. L’incontro era già programmato, ma sul tavolo ci sono state anche le proteste scoppiate nelle ultime settimane.

Salari bassi, il nuovo Green Deal europeo e un’eccessiva burocrazia sono i motivi principali che hanno dato vita a una marea crescente di rabbia tra i produttori agricoli in Ue, come ricorda Euronews.

Gli agricoltori francesi hanno manifestato mercoledì in tutto il Paese e a Bruxelles: il movimento di protesta si sta espandendo in Francia e i blocchi stradali si sono diffusi in molte regioni.

Dopo il grave incidente nella regione dell’Ariège in cui un agricoltore e sua figlia sono morti quando un’auto si è scontrata contro una barricata di protesta, nella notte tra mercoledì e giovedì si è verificato un altro incidente nell’Occitania, lungo un blocco autostradale.

La Francia, il più grande produttore agricolo dell’Unione, riceve nove miliardi di euro all’anno in sussidi nell’ambito della Pac, la Politica agricola comune, una quota maggiore di qualsiasi Stato membro.

La Polonia cerca una soluzione con l’Ucraina

La protesta, ricorda sempre Euronews, si è allargata anche alla Polonia, dove il governo di Donald Tusk vuole firmare un accordo con l’Ucraina sul transito dei prodotti agricoli. L’accordo, ha dichiarato il capo del governo, garantirebbe gli interessi degli agricoltori polacchi contro un afflusso incontrollato di merci dal Paese in guerra.

Gli agricoltori hanno protestato in più di 150 luoghi in tutta la Polonia, opponendosi sia all’afflusso incontrollato di merci dall’Ucraina sia all’introduzione del Green Deal europeo, che costringe gli agricoltori di tutta Europa a ridurre la produzione. Tusk ha discusso la questione agricola con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev martedì.

Due settimane di proteste in Romania

Le manifestazioni nel Paese dell’Europa dell’est vanno avanti da oltre due settimane. Gli agricoltori e i trasportatori romeni hanno detto che le misure annunciate dal governo di Bucarest sono insoddisfacenti e che i colloqui finora portati avanti non hanno portato a una soluzione accettabile.

Gli agricoltori hanno assicurato che continueranno a protestare finché non saranno soddisfatte le loro richieste. Mercoledì alcuni si sono legati delle corde nere sulle spalle, a simboleggiare la morte del settore agricolo.

Disastri naturali in Grecia mettono in ginocchio il settore

Mercoledì gli agricoltori della Grecia centrale hanno inasprito le loro proteste per gli alti costi di produzione e per gli indennizzi versati. Gli agricoltori in protesta di Larissa e Karditsa hanno cercato di bloccare il traffico sulla strada nazionale con i trattori, mentre a Karditsa, dopo una trattativa con la polizia, hanno deciso di sfondare le barricate degli agenti a piedi piuttosto che con i trattori, costringendo le autorità a fermare tutto il traffico.

Gli agricoltori chiedono un migliore risarcimento per le perdite di raccolto dovute a disastri naturali e malattie, nonché la costruzione di infrastrutture per proteggere l’agricoltura da condizioni climatiche estreme e la bonifica di canali di scolo e sottopassi di ponti per prevenire future inondazioni. Chiedono inoltre un risarcimento del cento per cento per le perdite di raccolto e per il capitale investito nella semina.

Molti agricoltori hanno perso bestiame e raccolti e hanno subito danni alle attrezzature agricole e alle abitazioni durante i devastanti incendi e le inondazioni che hanno attraversato il Paese in estate e autunno.

Circa 180mila metri quadrati di terreni agricoli sono stati ampiamente inondati a causa della tempesta Daniel. Gran parte di questi terreni non sono stati drenati e l’acqua ha danneggiato o distrutto molte attrezzature agricole, tra cui trattori e pompe a motore per pozzi, rendendo impossibile per alcuni agricoltori riprendere la produzione.

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