AGRICOLA CAMPIDANESE HA MESSO IL TURBO: +48% DEL FATTURATO A FEBBRAIO. AVANTI TUTTA SU PRODOTTI LOCALI SARDI E BIO

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Un giro d’affari in continua e costante crescita. Un progetto sul biologico di ampio respiro. Una presenza sempre più significativa nelle principali insegne della grande distribuzione nazionale con riscontri sempre più positivi anche dalle catene estere. E ancora: storica attenzione ai prodotti autoctoni e all’impegno sociale. Prosegue il momento d’oro per l’Op Agricola Campidanese, organizzazione di produttori sarda nata a Terralba (Oristano), sorta nel 2009, e che oggi conta una trentina di soci, di cui dieci entrati nel corso dello scorso anno. I numeri dimostrano il trend di forte crescita del gruppo sardo che ha chiuso il 2016 con poco meno di 20 milioni di fatturato, segnando un ragguardevole +42% sul 2015. Ma il segno “più” sta proseguendo in questa prima parte dell’anno, con valori ancora superiori: “Al 20 febbraio di quest’anno – sottolinea con orgoglio Salvatore Lotta (nella foto), direttore commerciale dell’op – abbiamo siglato un +48% di fatturato sullo stesso periodo del 2016“.

Ad aumentare inoltre non sono solo giro d’affari e utili ma anche i clienti: “Tra la fine del 2016 e l’inizio di quest’anno abbiamo stretto un accordo con Selex – annuncia Lotta – e abbiamo iniziato un buon lavoro con altre insegne come Dimar, Famila, Agorà, oltre a Coop (ma sono presenti anche in Conad, Eurospin e altre ancora, ndr). Ci sono importanti prospettive di crescita”.

L’op produce diversi prodotti ortofrutticoli. Le prime due referenze, come volumi, sono le angurie e i meloni, seguiti da carciofi e carote. Uno dei cavalli di battaglia rimane la mini anguria senza semi Gavina, che su 200 ettari produce 40 mila quintali che a valore genera ben 3 milioni di euro. In un solo anno sono stati inseriti 50 ettari per allargare la produzione di un prodotto con richieste in continuo aumento. A questa si affianca l’anguria sugar baby Eleonora, una senza semi, 100% sarda, coltivata nell’area della pianura campidanese. In tal senso altra referenza significativa è il pomodoro e in particolare il Camone, varietà autoctona riscoperta attraverso Syngenta, “che sta riscontrando notevole successo sia in Italia che all’estero”.  Da non dimenticare inoltre il melone verde Majores e il carciofo spinoso sardo.

fragoloseTuttavia, in questo periodo, buona parte del lavoro è concentrato sulle fragole: 700 mila piante su una decina di ettari, con due varietà: in primis Sabrina, a cui si affianca Marisol. “Per il 2018 puntiamo ad allargare le coltivazioni del 30%”, rivela il direttore commerciale dell’op sarda”. Il 90% delle fragole viene commercializzata con il brand “Fragolosa” che sta ottenendo sempre maggiori consensi sul mercato, anche grazie a partnership con diverse catene distributive. “La produzione di quest’anno è ottima, caratterizzata, come sempre del resto, da un elevato grado brix. Abbiamo iniziato a metà gennaio. Puntiamo a competere con il prodotto spagnolo, con cui ci sono notevoli differenze, specialmente dal punto di vista qualitativo, a partire dai residui fitosanitari. Sulle nostre fragole non ce ne sono”.

Un altro capitolo in primo piano è il biologico. L’azienda ha avviato il progetto “L’Orto di Eleonora Bio”, il brand per le produzioni biologiche che prende il nome dal fortunato marchio già utilizzato per le produzioni convenzionali. “Per quest’anno l’obiettivo è intensificare i programmi avviati e ricercare nuovi partner per sviluppare progetti ad hoc. Parte dell’azienda è già a regime “bio” – precisa Lotta – ma puntiamo di ottenere la certificazione dei prodotti a residuo zero su tutta la gamma entro il 2020”.

LOTTA (AFRICA)L’impresa isolana, infine, ha avviato anche progetti solidali come quelli con la Lilt, la lega tumori, a cui è stata donata una somma di denaro in beneficienza, o con Tolentino, città del centro Italia colpita dal terremoto alla quale sono stati devoluti 10 mila euro per dare una mano nella ricostruzione dopo il dramma del sisma. Op Campidanese si impegna inoltre in azioni solidali in Africa, dove nel 2015 è stato acquistato un terreno per sostenere la costruzione di una scuola agraria. Un’idea nata per fare del bene e nello stesso tempo per diffondere la cultura della terra e come prendersene cura in maniera responsabile ed etica.

Emanuele Zanini

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