Ancora pochi sanno con precisione cosa sono i prodotti a marchio e qual è il loro livello di qualità – e si rischia di competere tra un marchio semplicemente commerciale e una DOP, dove magari è solamente il prezzo ad indurre la scelta di acquisto da parte del consumatore.
Oggi sul mercato globale stanno cercando di imporsi prodotti a basso prezzo ma di scarsissima qualità; per questo è necessario difendere e proteggere le produzioni a marchio, il loro valore e la loro storia.
L’Aglio Bianco Polesano DOP sta cercando di promuoversi e differenziarsi dall’offerta estera non solo a livello comunicativo, ma anche sotto il profilo qualitativo, approfondendo le peculiarità nutrizionali, salutistiche e organolettiche del prodotto. Servono più cultura e più informazione, per capire che dietro al marchio ci sono valori forti: il rispetto dell’ambiente e della biodiversità attraverso le rigide regole imposte per la produzione, ma anche il valore storico e sociale, che si tramuta anche in valore turistico, dato che tale coltura è intrinsecamente connessa con il territorio, le sue tradizioni e la sua storia.
Le superfici investite alla coltivazione di Aglio Bianco DOP stanno aumentando in modo sensibile e si stanno moltiplicando gli investimenti tecnologici da parte dei produttori e dei confezionatori: segnali di un processo di sviluppo che deve essere promosso e sostenuto.
Nell’ultimo anno – spiega il Presidente del Consorzio di Tutela Aglio Bianco Polesano DOP Massimo Tovo (nella foto) – i soci del consorzio, anche se il loro numero è rimasto pressoché invariato, si sono fortemente rinnovati con l’entrata di numerose nuove aziende professionali e giovani; questo ha fatto aumentare le superfici seminate DOP in questo ultimo anno con un +30%; mentre anche a livello commerciale il 2016 ha avuto un importante incremento del +20%. Dati assolutamente incoraggianti di sviluppo per tutto il comparto.
L’aglio Bianco Polesano DOP è sinonimo di alta qualità, ricerca e innovazione dei processi produttivi, sicurezza alimentare grazie ai rigorosi controlli interni ed esterni.
Un valore che va promosso e sostenuto anche attraverso provvedimenti mirati. Come posizionare in modo corretto ed efficace sul mercato interno i prodotti a marchio, ad esempio facendo in modo che la Gdo regionale inserisca obbligatoriamente nei propri punti vendita i Dop/Igp/bio del territorio.
La storicità della produzione dell’Aglio Bianco Polesano DOP è ampiamente documentata: già nel 1833 in alcuni documenti viene citato il cosiddetto “oro bianco del Polesine” per il suo ruolo da protagonista nel comparto economico della provincia di Rovigo.
Una produzione importante per l’economia agricola della provincia di Rovigo, certificato per la sua qualità inconfondibile, garantita da un rigido disciplinare: la zona di produzione, le tecniche colturali e di raccolta, il confezionamento e l’etichettatura sono specifiche di questo prodotto e ne certificano il valore.
Si distingue per la sua forma regolare e compatta, il colore bianco lucente, il profumo delicato e l’aroma intenso, non pungente, ma molto persistente e grandi doti di serbevolezza. A renderlo speciale è il terreno alluvionale ricco di calcio, magnesio, fosforo e potassio, sono le condizioni pedoclimatiche, ma anche il fattore umano, fatto di esperienza tramandata di padre in figlio.
La DOP è ottenuta a partire da ecotipi locali nonché dalla varietà Avorio, selezionata partendo dagli stessi ecotipi. Il prodotto per la categoria “Extra” deve avere un calibro minimo di 45 mm, per la categoria “Prima” un calibro di 30 mm.
“Il nostro prodotto – spiega Massimo Tovo, Presidente del Consorzio di tutela dell’Aglio Bianco Polesano DOP – è sinonimo di alta qualità data dal territorio di produzione, storicità secolare data dall’ecotipo bianco polesano, presente e futuro dato da ricerca e innovazione dei processi produttivi, sicurezza alimentare data da rigorosi controlli interni ed esterni.
L’attività dei produttori riuniti nel Consorzio di tutela Aglio Bianco Polesano DOP è costantemente rivolta a tutelare il consumatore e a incrementare il mercato, anche quello estero.
Ma soprattutto a innovare, salvaguardando il legame con il territorio d’origine. In primis il Consorzio garantisce la tracciabilità del prodotto: già dall’etichetta si vede il nome del produttore e a seguire tutti i passaggi di trasformazione e confezionamento, certificati da un ente terzo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole a cui si è d’obbligo assoggettati”.
Tovo aggiunge: “La presenza al Macfrut di Rimini 2017 fa parte del programma di promozione consorziale che in modo unitario presenta il marchio di un territorio su un prodotto che ha una storia plurisecolare. È la fiera più importante a livello nazionale per l’ortofrutta, e gli operatori come la GDO, grande distribuzione organizzata, stanno sempre più ponendo attenzione a questi prodotti, spinti da un consumatore che chiede garanzie sulla provenienza, metodi di produzione, impatto ambientale, tracciabilità, etc, che con il nostro prodotto DOP siamo in grado ampiamente di soddisfare, grazie al rigido disciplinare di produzione, all’autocontrollo, alla garanzia data da un ente certificare esterno e da agenti vigilatori”.