AGLIO BIANCO POLESANO DOP: “SERVE CREARE UNA FILIERA STRATEGICA”

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Una governance di filiera, che sia organizzata e che metta in campo una strategia per la gestione del prodotto e del mercato, integrata con politiche di marketing/branding; il tutto affiancato all’azione delle singole imprese produttrici, che devono spingere al massimo la qualità. E’ ancora ciò che manca all’Aglio bianco polesano Dop (Denominazione d’origine protetta).

Lo sostiene Corrado Giacomini, ordinario di economia agroalimentare all’università di Parma. Se ne è parlato a Rovigo al convegno "Essere Dop: attese e prospettive… la filiera dell’aglio bianco polesano Dop a confronto", con l’organizzazione del Consorzio di tutela Abp Dop e dell’Azienda mercati, cui hanno partecipato produttori, confezionatori, distribuzione, ristorazione locale, consumatori e associazioni di categoria.

Al centro dei lavori, quell’oro bianco del Polesine, unico aglio veneto con la certificazione d’origine europea, prodotto in 29 comuni con una superficie investita di 70 ettari, ma con una potenzialità di 350 ettari.

"Come Consorzio siamo nati nel 2010 con 20 soci, fra produttori e confezionatori – ha ricordato il presidente Massimo Tovo – oggi siamo una trentina". "Un successo – ha precisato il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo – che farebbe da traino agli altri prodotti polesani, ai due Mercati di Lusia e Rosolina e all’intera economia del territorio".

"Il marchio Dop da solo – ha incalzato Giacomini – è solo un istituto giuridico. Per determinare il successo di un prodotto a marchio, come nei casi di Melinda o Marléne, occorre che il marchio del Consorzio di tutela diventi una "marca": un fatto psicologico, l’immediata evocazione nel consumatore di una cosa specifica fatta in un posto specifico.

Ecco due elementi essenziali del successo – ha affermato il professore. Uno: il prodotto deve avere delle caratteristiche che lo rendono subito distinguibile dal consumatore. Due: trattandosi di un bene comune, non di una proprietà privata, è essenziale un’azione collettiva di tutti gli attori della filiera, pubblici e privati, che approntino una strategia per organizzare efficacemente l’offerta del prodotto e per promuoverlo presso il consumatore con politiche di branding e co-branding". (fonte: Il Resto del Carlino)

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