“L’accordo tra Unione Europea e Marocco, che prevede la cancellazione del 55% dei dazi doganali su alcuni prodotti agricoli provenienti dal Marocco, sta già provocando sconforto tra i produttori di arance, soprattutto per le varietà Washington, Navel di Ribera e la Navelina di origine calabrese, colpiti da una sicura disparità di prezzi”.
Queste le parole di Anita Di Giuseppe (nella foto), capogruppo IdV in Commissione agricoltura. “Già nell’agosto 2011, la Commissione agricoltura della Camera dei deputati aveva approvato una risoluzione e proposto delle opportune modifiche al testo, senza le quali il Marocco sarebbe stato nettamente agevolato, poiché i vincoli in termini di standard qualitativi, di protezione ambientale, di condizioni dei lavoratori, di tutela sindacale e di sicurezza alimentare, a cui è soggetto lo Stato africano, non sono paragonabili a quelli vigenti nell’UE. Incredibilmente il Parlamento Europeo non ha voluto tener conto degli impegni approvati dal Parlamento italiano, esponendo così il settore primario nazionale ad una competizione svantaggiosa.
Oggi – prosegue il deputato molisano – i produttori italiani si troveranno a competere con arance prezzate a 17 centesimi al chilo, mentre con i dazi quelle stesse arance sarebbero costate tra i 30 e i 35 centesimi al chilo, più o meno lo stesso costo del nostro prodotto sulla pianta. Ovviamente la prima cosa da temere è l’elevato rischio di contraffazione, nel tentativo di spacciare per made in Sicily arance di tutt’altra provenienza e qualità. Vista la criticità della situazione ho presentato un’interrogazione parlamentare, chiedendo al Ministro l’impegno a monitorare la corretta attuazione dell’accordo, onde tutelare le produzioni italiane, oltre che la salute dei consumatori, e risolvendo le problematiche inerenti le indicazioni geografiche", conclude Di Giuseppe.