ACCORDO UE-AFRICA DEL SUD, L’IMPATTO SULL’IMPORT ITALIANO DI AGRUMI

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L’Unione europea ha stipulato Accordi di Partenariato Economico (APE) con le regioni dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Gli APE, come precisa in un comunicato Ismea, sono accordi di libero scambio caratterizzati da componenti di sviluppo su più livelli, che sono compatibili con l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Essi hanno sostituito le disposizioni dell’accordo di Cotonou e della convenzione di Lomé.
L’APE riguardante la Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) è stato siglato il 15 luglio 2014 e firmato il 10 giugno 2016 dall’UE e da Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica e Swaziland. Il processo per la ratifica dell’accordo è in corso. Infatti, dopo la firma l’accordo, a settembre 2016 è stato approvato dal Parlamento Europeo, con due terzi a favore.
Attualmente, il periodo di tariffazione agevolata dura ogni anno da luglio al 16 ottobre, data in cui i dazi doganali per gli agrumi sono reintrodotti al tasso del 16%. Una volta in vigore, l’accordo determinerà il prolungamento della tassazione ridotta fino a fine novembre e non più a metà ottobre come accade ora. È previsto un decremento del dazio doganale dell’1,8% l’anno, che scenderà progressivamente fino all’azzeramento del dazio.
Per l’Italia, il principale impatto di questo accordo riguarda le importazioni di agrumi.
Tra il 2010 ed il 2015, l’Italia ha importato 2,3 milioni di tonnellate di agrumi con una spesa di 1.742 milioni di euro. In media, nel periodo in esame, le importazioni sono ammontate a oltre 390mila tonnellate all’anno per una spesa annua di 290 milioni di euro. Il 12% di queste importazioni, sia in volume sia in valore provengono dai Paesi dell’APE dell’Africa australe. A questo contributo diretto andrebbe aggiunto un contributo indiretto ossia quello relativo alle importazioni dell’Italia dai Paesi Bassi (quarto fornitore dell’Italia), Germania (quinto) e Francia (sesto) che ovviamente non producono agrumi ma che ridistribuiscono quota parte di quelli che importano dai paesi dell’emisfero australe. Tale stima è difficilmente realizzabile e pertanto qui di seguito ci si limiterà a considerare esclusivamente il contributo diretto dei paesi dell’Africa australe (SADC) all’import dell’Italia.
Tra questi Paesi, il Sudafrica è quello che contribuisce in misura maggiore alle importazioni complessive dell’Italia e risulta al secondo posto tra i fornitori dell’Italia. Zimbabwe è al 20esimo posto, Swaziland al 25esimo posto e Mozambico al 26esimo posto (si veda la tabella 1).
Il confronto delle tabelle 1 e 2 consente di evidenziare come la maggior parte delle importazioni dai Paesi dell’APE dell’Africa australe (esattamente l’88%) è concentrata nel periodo compreso tra luglio e novembre, ossia il periodo interessato dalle agevolazioni alle importazioni verso i Paesi Ue.
Le tabelle 3 e 4 mostrano come le importazioni dai Paesi dell’APE dell’Africa australe interessano soprattutto arance (78%), pompelmi (13%) e limoni (9%).
Per quanto concerne il posizionamento di prezzo del prodotto importato dall’Italia e proveniente dall’Africa australe, i dati medi del periodo 2010-2015 non evidenziano sostanziali differenze con gli agrumi provenienti dai Paesi dell’Unione europea. In generale, nel periodo in esame c’è un centesimo per kg di differenza tra importazioni di agrumi dai paesi dell’Africa australe e quelli di origine dell’Unione europea, 0,72 contro 0,71 euro/kg.
Con riferimento alle importazioni di arance, nel periodo luglio – novembre, vi sono due cent/kg di scarto tra il prodotto importato dalla Spagna (0,64 euro/kg) e quello importato dai Paesi dell’Africa australe (0,66 euro/kg).

 

Tabella 1- Agrumi: importazioni dell’Italia e dettaglio dei primi 30 fornitori (dati cumulati del periodo 2010-2015)


Tabella 2- Agrumi: importazioni dell’Italia nel periodo luglio-novembre dai primi 30 fornitori (dati cumulati 2010-2015)


Tabella 3- Agrumi: importazioni dell’Italia dai Paesi dell’APE dell’Africa Australe nel periodo luglio-novembre (1.000 kg, dati cumulati 2010-2015)


Tabella 4- Agrumi: importazioni dell’Italia dai Paesi dell’APE dell’Africa Australe nel periodo luglio-novembre (% in quantità, dati cumulati 2010-2015)

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