ACCORDO TRA PRO BRIXIA E CONSORZIO BRESCIA MERCATI PER AUMENTARE L’EXPORT

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La parola d’ordine è export, anche per l’ortofrutta. Questa premessa è alla base dell’accordo siglato tra Pro-Brixia (azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia) e il Consorzio Brescia Mercati spa, illustrato nei giorni scorsi durante un incontro tra i rispettivi vertici e operatori. L’accordo, finalizzato all’organizzazione di una serie di attività.

Iniziative che creino opportunità commerciali per le aziende locali presso i mercati internazionali, si concretizzerà in studi di settore e partecipazione a fiere sostenute da voucher camerali in base ad un calendario di appuntamenti, scelti secondo specifiche esigenze e con la presenza di un numero minimo di partecipanti.

Il Direttore Pro-Brixia Massimo Ziletti (nella prima foto dall’alto) e il Presidente del Consorzio Brescia Mercati Massimo Tacconi (nella seconda foto dall’alto) hanno insistito sulla necessità, per il rilancio del settore ortofrutticolo bresciano, di realizzare una piattaforma per l’esportazione.

“Ce lo insegnano – ha sottolineato Tacconi – i casi degli ortomercati di Padova e Verona, che hanno triplicato l’attività con le vendite oltre confine, mentre quelli di Piacenza, Cremona, Mantova, Reggio Emilia hanno chiuso. Non vogliamo fare la stessa fine”.

Ziletti ha poi illustrato i dati di una ricerca sulle occasioni oltre confine per i prodotti ortofrutticoli. Attualmente, per gli ortaggi freschi l’Italia detiene una quota di circa il 4% nel mercato mondiale, che vale quasi 28 miliardi di dollari. I volumi di vendita bresciani stanno aumentando, ma per il 70% sono diretti in Austria. In questa fase, però, stanno crescendo le richieste da Canada, Usa, Giappone, Russia, Singapore e Irlanda.

Ancora minimo il peso dell’export bresciano di frutta, limitato all’uva, che nel 2010 è valso solo 334 mila euro. In questo specifico ambito, l’attenzione potrebbe rivolgersi verso Cina, Hong Kong, Usa e Giappone. L’ambito nel quale la provincia eccelle è quello degli ortaggi e della frutta lavorati e conservati: un business di 15 milioni di euro nel 2010, in crescita sugli anni prima. Anche in questo caso l’Europa rappresenta il principale canale di sbocco, con il 77% degli acquisti; Usa, Brasile, Cina e Russia sono i Paesi da tenere in considerazione in prospettiva.

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