ACCORDO INTERPROFESSIONALE SUL KIWI, RUFFINI (COLDIRETTI VERONA): “NORME PIÙ OGGETTIVE”

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Novità per le prossime raccolte di kiwi. E’ stato, infatti, convalidato dal consiglio dell’Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia il nuovo accordo interprofessionale del kiwi (leggi news). L’intesa, a differenza del passato, non fissa date a partire dalle quali iniziare la raccolta, che non sono, peraltro, un parametro di qualità, bensì una condizione utilizzata in qualche accordo privato, ma definisce solo i parametri qualitativi, inalterati rispetto allo scorso anno.

 

Infatti, rispetto alla norma di commercializzazione Ue, il grado di maturazione minimo per la raccolta passa da 6,2°Brix (norma di commercializzazione Ue) a 6,5°Brix (viene introdotto anche il parametro durezza minima pari a 6,5kg/cm2, non previsto dalla norma Ue), da 9,5°Brix a 10°Brix per la fase di commercializzazione in Italia (con durezza da 2-3,5kg/cm2). Per le spedizioni oltremare e Russia, sono previsti 6,5°Brix (con una durezza 3-5kg/cm2) e per le spedizioni in Europa (UE28 ed extra UE28), 10°Brix (durezza 2-3,5kg/cm2).

“La finalità dell’accordo – precisa Giuseppe Ruffini (nella foto), direttore di Coldiretti Verona – è quella di migliorare la qualità complessiva del kiwi italiano ed il suo gradimento presso i consumatori italiani e non. La nuova norma utilizza strumenti più oggettivi di prima in cui si fissavano termini temporali troppo variabili con il clima degli ultimi anni”.

Il kiwi è una coltura importante per la provincia scaligera con 2.500 ettari coltivati che producono circa 600.000-700.000 quintali di prodotto per un giro d’affari di 45 milioni di euro per le oltre 1000 aziende agricole più tutto l’indotto. Le zone con la maggiore concentrazione di frutteti si trovano a Valeggio sul Mincio, Villafranca, Mozzecane, Sommacampagna, Sona, Bussolengo. Pescantina e Verona.

La provincia di Verona rappresenta quasi l’80%, della produzione regionale che, a sua volta, rappresenta il 13% della produzione nazionale (quarta Regione italiana). Del resto, l’Italia è il principale produttore a livello mondiale con 24.000 ettari coltivati per una produzione di 460.000 tonnellate (Dati Istat 2010) di cui il 70% esportato prevalentemente nei Paesi UE tra i quali la Germania.

“E’ importante – conclude Ruffini – che queste nuove indicazioni siano recepite dai produttori al fine di realizzare a livello provinciale partite omogenee di kiwi da vendere a prezzi performanti. A tal proposito invitiamo gli agricoltori ad attenersi ai nuovi parametri, evitando raccolte precoci che danneggiano l’immagine del prodotto veronese”.

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