L’ORTOFRUTTA RIPARTE DAL SUD: I TESTIMONI SI RACCONTANO

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Si è tenuta venerdì pomeriggio in Fiera a Ferrara, nell’ambito del Salone FuturPera, la prima tappa di avvicinamento al tradizionale evento organizzato dal Corriere Ortofrutticolo “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”. Quest’anno l’appuntamento è a Matera il 22 gennaio 2016.

La scelta della location non è casuale; la città lucana infatti diventerà portabandiera di un progetto triennale, “L’Ortofrutta riparte dal Sud”, che vede coinvolti proprio la nostra testata giornalistica insieme a Italia Ortofrutta, Istituti di ricerca e società di marketing. Il seminario di Ferrara, dal titolo “Testimoni del Sud che cambia”, è stata l’occasione per presentare alcuni protagonisti del nostro Mezzogiorno, che con lavoro e dedizione sono riusciti a creare realtà eccellenti, esempio per tutto il comparto.

Difficoltà logistiche, lontananza geografica dai principali mercati europei, carenza di innovazione tecnica e varietale, organizzazione delle imprese che cresce troppo lentamente, difficoltà da parte degli operatori a far fronte all’aumento della domanda di prodotti italiani, e profonda inadeguatezza delle Istituzioni a livello regionale e non solo; sono questi alcuni dei temi emersi durante l’incontro coordinato da Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo.

 

Andrea Bardusi (nella foto qui sopra), vice presidente e general manager di Assofruit Italia (Basilicata)

Nata nel 1984 come Assobasilicata, Assofruit oggi è una realtà che unisce 4 OP e che raggruppa ben 293 aziende del territorio. Parallela all’associazione di organizzazioni di produttori, nel 2010 nasce anche Frutthera srl con l’obiettivo di favorire la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli degli associati intrattenendo rapporti con diverse catene della GDO italiana ed estera. “Maggiore è l’aggregazione – conferma Bardusi – più alta è la possibilità di affrontare i mercati. Tuttavia – prosegue – non siamo ancora nella condizione di poter competere sui prezzi, anche a causa degli elevati costi di trasporto che dobbiamo sostenere, e pertanto è nostro dovere valorizzare al massimo i prodotti”. Costante da parte di Assofruit è la ricerca di nuovi mercati.

 

Pietro Paolo Ciardiello (nella foto qui sopra), direttore Coop Sole (Campania)

Definito da Lorenzo Frassoldati quale “protagonista dell’ortofrutta eroica”, Ciardiello – ai vertici di una cooperativa che vanta un fatturato superiore ai 20 milioni di euro e una potenzialità produttiva media annua di oltre 17.000 tonnellate di ortofrutta – ha dichiarato che il vero punto di forza è “il rapporto di totale fiducia che si è andato istaurando nel tempo con i 100 soci produttori”. Ma non solo, la forte propensione all’innovazione agronomica e varietale ha portato la realtà campana a diventare la prima azienda produttrice di fragole in Italia. “Spero che al Sud si decida di investire sul Territorio, perché i nostri prodotti sono buoni, fortunatamente anche a prescindere da noi, ma le necessità del comparto sono veramente tante”, conclude Ciardiello.

 

Michele Laporta (nella foto qui sopra), presidente OP Agritalia (Puglia)

Giovane e promettente realtà, l’OP pugliese dal 2011 (anno della sua costituzione) ad oggi ha già ottenuto risultati importanti estendendo la propria presenza in quattro Regioni del Mezzogiorno. “Il calo dei consumi interni – dichiara Laporta – rende sempre più necessaria l’apertura a nuovi mercati. Nonostante la prima condizione sia la negoziazione di accordi bilaterali da parte delle Istituzioni, da parte nostra stiamo lavorando su più fronti contemporaneamente per raggiungere tale scopo. Stiamo cercando di rendere i nostri prodotti più sostenibili sia dal punto di vista ambientale sia economico; stiamo puntando su una migliore organizzazione aziendale; si stanno facendo molti sforzi verso l’innovazione varietale collaborando direttamente con le società di breeding ‘autotassandoci’ per ottenere i fondi necessari così da ottenere una qualità tale da incentivare la fidelizzazione del consumatore; e infine stiamo portando avanti una politica di marca, un esempio su tutti il progetto Viviana”.

Salvo Laudani (nella foto qui sopra), direttore marketing Oranfrizer (Sicilia)

Il Gruppo Oranfrizer è un’azienda storica, che può essere considerata una modello di buone pratiche. Fondata nell’ormai lontano 1962, è da sempre un esempio di avanguardia non solo per il comparto agrumicolo siciliano ma per l’intero settore ortofrutticolo, proprio perché “ha l’innovazione nel Dna”, come ricorda Laudani. L’azienda è stata precursore nella metà degli anni Ottanta nell’agricoltura a lotta integrata, “un percorso difficile ma che ha determinato l’attuale successo del gruppo”, sottolinea il manager. Innovazione, incentivo dei consumi, logistica, istituzioni sono tutti aspetti fondamentali su cui lavorare per ridare slancio al Sud. “L’innovazione non può prescindere dalle risorse pubbliche ed europee. Oltre 70.000 ettari di agrumeti in Sicilia sono ad oggi colpiti in modo endemico dal virus del Tristeza, bisogna fare qualcosa subito perché questa è una malattia che non perdona. Ma non lo si può fare se in Regione si alternano 5 Assessori all’Agricoltura in 3 anni. Inoltre – continua Laudani – vediamo molta richiesta di ‘Italia’, ma per soddisfarla dobbiamo fare investimenti nella logistica”. Nell’intento di incentivare i consumi, Oranfrizer sta portando avanti diversi progetti per far conoscere e apprezzare l’arancia rossa. In particolare lo sta facendo focalizzandosi sui più piccoli, nella convinzione che “se si vuole ridare slancio ai consumi, si deve partire proprio dai bimbi, approcciandoli però con i giusti linguaggi”. Anche il progetto Orancook sta dando soddisfazioni: già sperimentato lo scorso anno, quest’anno verrà replicato più in grande in un numero maggiore di punti vendita.

 

Al seminario, infine, sono intervenuti anche Alessandra Ravaioli, responsabile della comunicazione del CSO di Ferrara, e Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta, entrambi partner del Corriere Ortofrutticolo nel progetto triennale di rivalutazione del Sud. Ravaioli ha ricordato il successo ottenuto dall’iniziativa Ortofrutta d’Italia, che ormai da anni cerca di dare valore e visibilità al sistema produttivo organizzato nazionale attraverso iniziative di promozione e comunicazione organizzate al di fuori dei soliti canali tradizionali. “Ad oggi – spiega Ravaioli – vorremmo fare un ulteriore passo avanti sulla scia di ciò che ci ha insegnato l’Expo, ovvero che l’ortofrutta va comunicata al consumatore finale”. Il nuovo progetto sarà presentato nei dettagli in occasione della serata del 22 gennaio a Matera. 

Falconi da parte sua ha ricordato il binomio imprescindibile Ortofrutta-Sud: “In Italia l’ortofrutta è il Sud e il Sud è ortofrutta”, afferma. Nel Mezzogiorno infatti oltre il 50% della produzione agricola è rappresentata da ortofrutta, “bisogna valorizzare questa risorsa e ciò che di virtuoso ha, ma bisogna anche cercare di risolvere gli svantaggi tecnici purtroppo insiti nel territorio, dai problemi di logistica alla lontananza delle istituzioni, oltre all’individualismo tipico degli operatori spesso incapaci di fare sistema”. Per gli addetti ai lavori la necessità di maggiore organizzazione della produzione non è una novità, la soluzione proposta da Falconi è “cercare di accrescere l’autostima del Sud, nell’idea che insieme si possano raggiungere mercati più lontani facendo investimenti inaccessibili ai singoli”.

Chiara Brandi

 

Nella prima foto in alto, da sinistra, il direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati e il coordinatore editoriale del Corriere Ortofrutticolo Antonio Felice

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