Partenza complicata per il comparto del kiwi. La presenza sui mercati prodotto di Cile e Nuova Zelanda si è protratta più a lungo del previsto creando non poche problematiche alle produzioni europee e non solo.

“Ma la stagione lunga dei due Paesi produttori dell’emisfero Sud è solo una delle cause di un mese di novembre piuttosto pesante”, commenta Gualtiero Rivoira (nella foto), manager dell’omonimo gruppo di Verzuolo (Cuneo), tra le principali realtà italiane nella produzione e commercializzazione dell’actinidia attraverso la società Kiwi Uno.

“A questa situazione si affiancano le previsioni sulla produzione europea, con un aumento dei volumi sulle prime stime”. L’avvio della campagna così non è stata molto confortante “con quotazioni più basse rispetto al 2014 anche del 20%”, sottolinea Rivoira. Nella competizione interna al vecchio continente inoltre la Grecia sta rivestendo un ruolo sempre più importante, “grazie ad una politica aggressiva. Il Paese ellenico potrà dire la sua almeno fino a febbraio-marzo”. Dall’altro lato continua a pesare l’assenza della Russia, bloccata dall’embargo in vigore dall’agosto dell’anno scorso. Un mercato ingolfato in cui si rischierà di avere delle eccedenze di prodotto. Sulla qualità in media i calibri saranno medio-piccoli, “ma in generale mancheranno gli estremi: sia quelli molto piccoli che quelli molto grandi”, precisa Rivoira, secondo cui per dare una valutazione precisa sulla qualità è ancora prematuro. “Sembra manchi un po’ di sostanza secca rispetto alla media”, a causa principalmente del caldo estivo che ha condizionato anche altre produzioni come le mele. Un elemento che lascia un punto interrogativo sulla conservabilità del prodotto in cella frigo per i prossimi mesi.

Emanuele Zanini