OPO VENETO, IL RADICCHIO DI TREVISO VUOLE ESPANDERSI ALLA GDO ESTERA

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Il radicchio di Treviso Igp punta in alto alla ricerca di nuovi traguardi da raggiungere. Obiettivo: ampliare il canale della grande distribuzione organizzata, ed espandere la presenza all’estero attraverso un progetto di sviluppo nei prossimi anni. Le occasioni non mancano.

“Una quindicina di giorni fa un manager di un’importante catena della grande distribuzione ci ha chiesto se eravamo interessati e riuscivamo a servire un retailer della Repubblica Ceca”, ha precisato Cesare Bellò, consigliere delegato di Opo Veneto, nel corso del road show "Nella terra del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco Igp", organizzato in collaborazione con il Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco per far conoscere o approfondire il mondo che sta dietro ai due ortaggi tipici della Marca trevigiana. L’evento è rientrato all’interno della campagna europea triennale di comunicazione e promozione della frutta e della verdura DOP e IGP in Francia, Italia e Germania, con l’obiettivo di informare consumatori e professionisti del settore sui prodotti a marchio DOP e IGP e sui loro molteplici vantaggi attraverso la valorizzazione e promozione del territorio. Protagonisti per l’Italia il radicchio di Treviso, la pera dell’Emilia-Romagna, la pesca e la nettarina di Romagna.

Ad oggi il radicchio è presente all’estero specialmente nei Paesi del Nord Europa, a partire dalla Scandinavia (Danimarca, Svezia in primis), proseguendo per Germania ed Olanda, con presenze costanti seppur con volumi limitati anche in Giappone, sempre attraverso il canale Horeca grazie alle richieste della ristorazione italiana presente all’estero.

Il dirigente di Opo Veneto, realtà oggi presieduta da Adriano Daminato (nipote dello storico presidente Francesco Daminato, che ha passato il testimone il maggio scorso) che conta al proprio interno 500 soci e un fatturato che supera i 40 milioni di euro, ha spiegato che per essere presenti in maniera costante sui mercati esteri “è necessario far crescere la domanda e di conseguenza l’offerta, ma mantenendone sempre il giusto equilibrio”. Un lavoro che finora negli anni ha dato i suoi frutti. “Il radicchio è l’unica referenza che nonostante la crisi ha raddoppiato i consumi con prezzi medi che si sono mantenuti sempre su buoni livelli (si viaggia attorno ai 6 euro al chilo con i picchi raggiunti durante il periodo natalizio che vale mezza stagione con il 50% della domanda che spesso rimane insoddisfatta)”. Il successo del prodotto è testimoniato anche dai piani di vendita che alcune catene stanno predisponendo come Coop. Infatti a breve, con ogni probabilità già entro la fine di novembre, il radicchio rosso di Treviso verrà inserito all’interno della linea “Fior Fiore”.

Bellò ha raccontato l’enorme lavoro che Opo Veneto ha intrapreso soprattutto negli ultimi trent’anni per rilanciare un prodotto, il radicchio, che stava scomparendo. “L’obiettivo era riposizionare l’orticoltura nel Veneto, raccontarne la storia e l’emozione che suscita il prodotto sul territorio e quindi comunicarlo all’esterno”. Un processo partito con il graduale (e non facile) coinvolgimento dei produttori locali. In questo lungo ma costante lavoro verso il “cambiamento” è stato introdotto anche il concetto di biodiversità, che sta alla base del nuovo approccio dell’organizzazione di produttori, votato al rispetto dell’ambiente e della terra e quindi dei prodotti. Durante il road show l’occasione per toccare con mano questa “filosofia” è stata la visita all’azienda Nonno Andrea, diretta da Paolo Manzan, tra l’altro presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso e del Variegato di Castelfranco. Per approfondire leggi qui la news.

Emanuele Zanini

 

Nella prima foto in alto da sinistra: Mauro Brognera, Cesare Bellò e Adriano Daminato, rispettivamente  vicepresidente, consigliere delegato e presidente di Opo Veneto

 

Nella seconda foto Cesare Bellò assieme a Piero Berton, consulente marketing di Opo Veneto

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