DETTAGLIO, SALE LA FIDUCIA DELLE IMPRESE. “MA SERVE TEMPO PER RECUPERARE IL TERRENO PERDUTO”

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Cresce la fiducia delle imprese del dettaglio alimentare nei primi sei mesi dell’anno, sia con riferimento alla situazione economica del Paese, sia per quel che riguarda l’andamento della propria attivita’. E’ quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sulle imprese al dettaglio dell’alimentazione realizzato da Fida-Confcommercio in collaborazione con Format Research.

Tale sentiment, precisa il rapporto, certifica forse lo scorgersi della tanto attesa luce in fondo al tunnel della crisi, come testimoniano anche i giudizi degli imprenditori circa il livello dei ricavi, considerati in aumento sia in termini congiunturali, sia in termini tendenziali. Nel dettaglio, il 6% delle imprese fa registrare anche un incremento dello scontrino medio in valore, condizione migliorata di oltre due punti percentuali rispetto a dodici mesi fa. L’intero settore evidenzia performance leggermente migliori rispetto alla totalita’ delle imprese del terziario, anche se i principali indicatori mostrano ancora i segni della lunga crisi, attestandosi su risultati distanti dall’area di espansione economica. A riprova di cio’, il 63% delle imprese e’ stata costretta a rinviare investimenti programmati e quasi un’impresa su due ha dovuto ridurre i propri occupati. A questo si deve aggiungere come la stragrande maggioranza delle imprese (80%) abbia avvertito un aumento delle tasse sulla propria attivita’ negli ultimi due anni. Sul fronte del credito, migliora la capacita’ delle imprese di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario anche se e’ ancora molto limitata la quota di imprese effettivamente finanziate (meno di 1 su 10).

"In sostanza, la strada della ripresa e’ stata imboccata -afferma Donatella Prampolini (nella foto sopra), presidente di Fida (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione)- ma occorre ancora molto tempo prima di recuperare il terreno perduto in questi anni. Tanti imprenditori continuano, infatti, a risentire delle conseguenze della lunga crisi, vedendosi costretti a ridurre il personale o a rinviare gli investimenti, e avvertono ancora tutto il peso del fisco che si conferma un vero e proprio fattore di ostacolo alla crescita".

Sulla questione interviene anche il presidente di FedagroMercati Valentino Di Pisa (nella foto a fianco) che spiega: “La pressione fiscale, la difficoltà dell’accesso al credito e la necessità di snellimento della burocrazia sono problematiche comuni sia per i dettaglianti che per gli operatori grossisti del settore agroalimentare. Condivido le dichiarazioni della Presidente FIDA-Confcommercio, Donatella Prampolini, nel dire che c’è ancora molto da fare per le imprese italiane nel settore dell’agroalimentare, nonostante il clima di fiducia delle imprese e delle famiglie stia crescendo.

Per questo motivo servono interventi strutturali a favore dell’intera filiera, finalizzati a realizzare un sistema più efficiente e razionale a beneficio di tutti gli attori, ma soprattutto del consumatore finale. Per quanto riguarda il mondo dei grossisti, l’innalzamento del limite del contante a 3000 euro, nonostante la polemica di questi giorni, rappresenta un’opportunità unica per non perdere occasioni preziose di vendita nei confronti di clienti internazionali abituati ad utilizzare quote di contante nettamente superiori”.

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