SONIA RICCI: “CON COLDIRETTI PER FARE LOBBY. CON L’ALTRA UNIONE CONFRONTO APERTO”

Condividi

I progetti di Sonia Ricci (nella foto), fresca presidente Unaproa e della Consulta ortofrutticola della Coldiretti (già assessore all’Agricoltura della Regione Lazio e direttrice OP Agrinsieme) in un’intervista rilasciata al Corriere Ortofrutticolo.

Consulta ortofrutticola Coldiretti, un organismo nuovo. Chi ne fa parte e come si muoverà?

“Prima di parlare degli argomenti che mi avete proposto, seppure importanti per il nostro settore, non posso non sottolineare il difficile momento che stiamo attraversando per la guerra in Ucraina e il suo popolo che vive momenti di dolore. Questo avrà anche forti ripercussioni sulla nostra economia ed in particolare per il settore agroalimentare”.

Allora, la Consulta?

“La Consulta è un luogo nato per accogliere le istanze del mondo ortofrutticolo in modo da tradurle in soluzioni concrete ai problemi di un settore fondamentale per l’economia nazionale. Vogliamo avere un approccio pragmatico e concreto alle questioni per aiutare le aziende e rafforzare quel legame con il consumatore nell’ottica di una cultura del cibo Made in Italy sempre più importante in tutto il mondo. Fanno parte della Consulta gli stakeholder delle 10 regioni italiane più rappresentative nell’ortofrutta. Questa task force ha l’obiettivo di formulare proposte per il rilancio e il rafforzamento del settore, dalla produzione alla manodopera, dal trasporto alla distribuzione, dai prezzi pagati agli agricoltori con la necessità di salvaguardia dalle pratiche sleali alla spesa delle famiglie per garantire una equa distribuzione di valore lungo la filiera difendendo qualità e lavoro Made in Italy”.

I rapporti con l’altra Unione a che punto sono? Non è logico, ragionevole, arrivare ad un’unica Unione delle OP italiane dell’ortofrutta? Anche per dare nuovo impulso all’aggregazione. Si era parlato di contatti, di un processo avviato poi abortito…

“Penso che il nostro mondo abbia bisogno di momenti di confronto, e ragionare e confrontarsi con gli altri è sempre auspicabile. Infatti proprio in questi giorni ci stiamo confrontando su alcune questioni che impattano sull’operatività delle Organizzazioni di produttori alla luce di quanto previsto nel PSN per il comparto ortofrutticolo. Questi processi devono partire dal basso, il mondo dell’ortofrutta deve rivivere un sogno con l’apporto di tutti per essere più credibile e dare valore alle nostre produzioni”

Coldiretti non ha mai dato molto l’impressione di credere nell’OI-Organismo Interprofessionale. Cambierà qualcosa?

“Insieme a Coldiretti, Unaproa è stata una dei soci fondatori di Ortofrutta Italia, organismo che, evidentemente, nel nostro Paese sta ancora cercando una propria identità, anche alla luce delle nuove sfide, vedi i contratti di filiera”.

Il momento è drammatico per le aziende del settore, lavorare sottocosto ormai è la prassi. L’ortofrutta di qualità al dettaglio costa, ma i prezzi all’origine quasi mai remunerano i produttori. Oltre alle lamentele, cosa si può fare in concreto?

“Ci vuole rispetto e responsabilità da parte di tutti. La vendita sotto i costi di produzione oggi è finalmente vietata dalla legge contro le pratiche sleali. Va rispettata. E tutta la filiera si deve unire per poter superare una fase di aumento dei costi che penalizza tutti, ma che rischia di uccidere gli agricoltori. In concreto dobbiamo lavorare per una ripartizione del valore più giusta e per condividere il peso del caro prezzi tutti insieme, senza fughe in avanti di chi ancora oggi fa pubblicità sul sottocosto”.

Contro le promozioni selvagge di alcune catene Coldiretti pensa di far ricorso alla disciplina sulle pratiche sleali?

“Vogliamo salvaguardare davvero i nostri produttori. Il lavoro parte dalla sottoscrizione di contratti seri, equi, rispettosi della legge contro le pratiche sleali. Che prevedano prezzi giusti. Non è la denuncia il nostro fine, quella è l’ultima possibilità. Prima ci impegniamo nel dialogo con l’industria e la Grande distribuzione per far riconoscere il giusto valore alle nostre produzioni. Siamo pronti anche a portare davanti all’autorità di contrasto chi insiste a stare fuori dalle regole”.

La manodopera qualificata che non si trova sta diventando un vero, grande problema. Non c’è modo di risolverlo senza creare ulteriore, nuova burocrazia?

“E’ stato il primo punto affrontato dalla Consulta e stiamo ragionando su quali strumenti mettere in campo, non si può certo pensare di creare altra burocrazia. E’ necessario mettere a confronto domanda e offerta creando nuove sinergie nell’interesse comune”.

L’energia nell’agroalimentare, dalla singola impresa alla cooperativa alla centrale cooperativa, è un fattore produttivo decisivo. I recenti aumenti stellari mettono a rischio la competitività di migliaia di imprese grandi e piccole. Come se ne esce?

“La filiera agroalimentare assorbe da sola il 10% dei consumi energetici ed il caro bollette aggravato dalla guerra in Ucraina mette a rischio le forniture di cibo, con costi insostenibili per tutte le Organizzazioni di Produttori. La guerra in corso ci ha ricordato la necessità improrogabile di garantire la sovranità e l’autosufficienza alimentare. Occorre attuare interventi immediati come lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel PNNR, incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea ma anche fermare le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un’efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali, come già affermato con forza dal presidente Prandini”.

All’ortofrutta manca una cabina di regia che faccia lobby su governo e istituzioni e che si faccia carico delle istanze delle imprese. La Consulta Coldiretti si muoverà da sola o cercherà un gioco di squadra con gli altri player privati e cooperativi del settore?

“Serve assolutamente una cabina di regia che faccia lobby. Negli ultimi anni abbiamo assistito a battaglie solitarie che non hanno mai prodotto i risultati sperati. La Consulta rappresenta proprio questo luogo di confronto e sinergia, e pensiamo di poter rappresentare uno stimolo per tutti per provare a fare lobby”.

Che Unaproa ha trovato? Si era parlato di situazione finanziaria difficile, di perdita di associati?

“L’Unaproa che ho trovato non è certamente quella di 10 anni fa ed ha attraversato momenti non facili. L’Unaproa ha una grande storia da salvaguardare ed io mi impegnerò anche per questo. Occorre ripensare e rilanciare il ruolo delle rappresentanze per essere al passo con i tempi. Io non sono sola in questo percorso: accanto a me ci sono le Organizzazioni di produttori associate con le quali ripensare un concreto ed efficace rilancio dell’Unione”.

Lorenzo Frassoldati

direttore@corriere.ducawebdesign.it

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE