VENETO, CRESCONO LE RICHIESTE DI FUNGHI COLTIVATI

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Più della metà dei funghi coltivati in Italia (oltre 70 mila tonnellate) proviene dal Veneto, dove sono arrivati con gli emigrati che tornavano dalla Francia. Le coltivazioni sono sparse un po’ in tutto il Veneto, in particolare nel Trevigiano, nel Vicentino e nel Padovano.

Con il progressivo abbassamento delle temperature il mercato e i consumi si sono animati e le quotazioni potrebbero beneficiare di questo. E’ quanto si rileva  a OPO Veneto e viene confermato dai coltivatori. Marco Nadai (nella foto a fianco) titolare dell’azienda Menin Funghi di Tisoi, alle porte di Belluno, vicepresidente di OPO Veneto: “Dall’estero arriva meno prodotto e quindi la richiesta interna è più sostenuta, in particolare per i funghi destinati all’industria della trasformazione e conservazione.  Situazione in  movimento per lo stesso prodotto fresco. Tutto fa pensare quindi che  si stiano creando i presupposti anche per un risveglio dei prezzi”.

La coltivazione di funghi nel Veneto cominciò negli anni Cinquanta del secolo scorso. Si partì con il prataiolo, il re dei funghi coltivati, comunemente chiamato champignon, parola francese che significa  di campagna o campagnolo. E’ tuttora il fungo in assoluto più popolare e consumato. E’ riconoscibilissimo per il colore bianco, ha poche calorie e tanta vitamina. Ottimo  nelle diete dimagranti. Ci sono quindi i Pleurotus, chiamati con diversi nomi: sbrise, in particolare nel Veneto, poi orecchioni, geloni. Piacciono molto anche i pioppini o piopparelli. 

Il padre Francesco (nella foto a fianco) con i fratelli Luigi e Daniele  Mancon, “Società agricola Mancon” di  Loreggia, in provincia di Padova, produttori in particolare di pleurotus e di pioppini, sono convinti delle potenzialità del settore: ci sono condizioni favorevoli di ulteriore sviluppo anche per l’export: segnali positivi arrivano dal Nord e dall’Est Europa. In Italia il consumo annuo di funghi coltivati  è piuttosto basso: si è appena sui 2,5 chili a testa.  In Olanda, Francia, Gran Bretagna si superano i 3,5 chili a testa. Il 70 per cento dei funghi coltivati è consumato  fresco, il restante  finisce all’industria di trasformazione e conservazione. (fonte: Ortoveneto)

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