In Europa la stagione commerciale dell’uva da tavola proveniente dalle zone di produzione dell’emisfero settentrionale è ormai agli sgoccioli. Tra qualche settimana il prodotto importato dai paesi dell’emisfero australe sostituirà quasi completamente quello nostrano sugli scaffali della Gdo europea.
Secondo i dati riportati dal sito Portalfruticola, nelle sei settimane che vanno da inizio settembre fino alla metà di ottobre, i prezzi sul mercato sono risultati mediamente superiori rispetto a quelli dello scorso anno. Per l’uva made in Italy il prezzo medio è stato di 1,83 euro al chilo mentre per quella di origine spagnola di 1,70 euro al chilo. In entrambi i casi si è registrata una crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2014. In particolare nelle prime settimane di ottobre i prezzi sono aumentati fino a raggiungere una media di 2 euro al chilogrammo. Analizzando il mercato dal punto di vista delle varietà più vendute si osserva che quelle tardive – come Crimson, Autumn Royal e altre varietà con semi di origine italiana – sono state le più apprezzate.
Nel frattempo l’uva brasiliana ha già fatto capolino in qualche supermercato europeo facendo registrare prezzi da record per la varietà Thompson: nella settimana 41 si sono potute osservare cifre intorno a 3,58 euro al chilo. Dai primi dati, dunque, sembra proseguire la tendenza dello scorso anno, quando nei mesi di novembre e dicembre per il prodotti di origine brasiliana si registrarono prezzi decisamente elevati, variabili tra i 4,50 e i 5,00 euro al chilo. Una situazione completamente diversa da quella osservata nel biennio precedente; all’epoca infatti i livelli oscillavano tra i 2,80 e i 3,50 euro al chilo.
Tuttavia per la stagione in corso i quantitativi provenienti dal Brasile potrebbero risentire della siccità che ha colpito in questi mesi la Valle de São Francisco, la principale area di produzione del paese, anche se la svalutazione della moneta locale fa ben sperare gli esportatori. (c.b.)
