PORTI: TRIESTE CONQUISTA NUOVA ROTTA CON TURCHIA, MA PERDE QUELLA CON L’ESTREMO ORIENTE

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Trieste e la Turchia hanno un nuovo collegamento via mare. A Izmir è stata inaugurata, alla presenza del ministro turco ai Trasporti, la rotta tra il porto di Aliaga e quello italiano, coordinato dall’operatore logistico trco Lojistik. Il servizio usufruirà di container da 45 piedi (con Gps che consente ai clineit di seguire le spedizioni) e il trasporto retroportuale con intermodalità ferroviaria.

 

Le merci, come si legge su Trasporto Europa, verranno convogliate via treno da Manisa (zona industriale di Izmir) ad Aliaga, così come da Trieste saranno instradati verso le destinazioni finali, tanto italiane quanto estere, con treni blocco. Inci Lojistik ha affermato, infatti, di aver imposto al servizio un limite massimo di trasporto via camion di 200 chilometri.

"Le peculiarità del servizio permettono di mantenere costi e tempi di transito in linea sia col classico servizio ro-ro più camion che col trasporto nave più container" spiega Alessandro Festa, responsabile della filiale triestina dell’agenzia Fratelli Cosulich, che rappresenta il servizio in Italia. La linea s’inserisce nel proficuo business dei collegamenti Italia-Turchia, puntando però su un porto diverso da quelli finora collegati allo scalo giuliano via ro-ro (Pendik, Ambarli, Cesme, Mersin) e sulla modalità ferroviaria. Secondo quanto reso noto da Inji Lojistik, il transit time previsto (door to door) sarà per il centro-nord Italia di cinque giorni, per l’Austria e la Germania di sei giorni, per la Svezia e la Danimarca di sette giorni.

Il servizio coprirà in fase iniziale solo il collegamento Aliaga-Trieste, "ma prevediamo – conclude Festa – uno sviluppo a breve con l’inserimento di toccate ad Ancona e Gezbe-Istanbul".

 

Per un servizio conquistato Trieste ne perderà però uno molto importante che collegava l’Alto Adriatico direttamente con il Far East. Verrà, infatti, interrotta la linea container diretta con l’Estremo Oriente offerta dall’alleanza Yang Ming, Hanjin, UASC e Hyundai.

La conferma arriva da Giovanni Cerruti, vertice del Gruppo Gastaldi, agente italiano di Hanjin, che rivela: "Il servizio diretto sull’Adriatico terminerà a fine anno. È comunque previsto un collegamento feeder (ma non sappiamo ancora da quale hub), che garantirà il medesimo transit time sui porti di Venezia, Koper e Trieste (con possibilità di scali ad Ancona e Ravenna). Hanjin è determinata a mantenere inalterata la sua presenza in Adriatico". Anche Filippo Gallo, amministratore delegato di Uasac, agenzia genovese di UASC, è sicuro che la compagnia "manterrà la propria proficua presenza in quest’area, perciò è più che probabile l’organizzazione di un servizio feeder in proprio (anche se è possibile e auspicabile una partnership) tale da garantire frequenze e destinazioni".

Questo compensa parzialmente il duro colpo che dovranno accusare i terminalisti italiani coinvolti, il Vecon di Venezia e il Trieste Marine Terminal di Trieste, per i quali il traffico avviato nel giugno 2010 vale diverse decine di migliaia di teu. Pierluigi Maneschi, proprietario del terminal container al Molo VII di Trieste ha accusato, tramite la stampa locale triestina, il porto di essere non competitivo e di non riuscire a fare né promozione nei mercati dell’Est né economie di scala.

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