VIVAI F.LLI ZANZI E ORIGINE GROUP LANCIANO LA SFIDA DEL KIWI ROSSO

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È stato presentato ieri a Milano, nella prestigiosa Fattoria Globale in Expo, sede del Padiglione WAA-Word Association of Agronomists, il kiwi rosso HFR18. Un incontro voluto e organizzato da coloro che per primi, ed in esclusiva, hanno deciso di scommettere su questo nuovo prodotto, frutto della ricerca cinese della Deyang Professional Academy of Kiwi della Provincia di Sichuan: Fruitgrowing Equipment & Service, Origine Group e Vivai F.lli Zanzi.

“L’esclusiva per la produzione e la commercializzazione a livello mondiale (eccezion fatta per Cina, Nuova Zelanda e Australia) è stata affidata alla società che rappresento, la Fruitgrowing Equipment & Service. A nostra volta noi abbiamo concesso la licenza in esclusiva per l’Europa, Francia esclusa, a Vivai F.lli Zanzi per la coltivazione delle piante e a Origine Group per la produzione e la commercializzazione”, ha spiegato Antonio Ruffo, amministratore delegato di Fruitgrowing Equipment and Service srl. A presentare l’evento le caratteristiche del kiwi è intervenuto Giovanni Zanzi, direttore tecnico e commerciale dell’omonimo vivaio. Il kiwi HFR18 – della famiglia dell’Actinidia Chinensis – si presenta dalla forma regolare allungata, con un calibro medio compreso tra gli 85 e i 90 grammi, la buccia verde-bruno e la polpa di colore verde paglierino all’estero mentre la parte centrale è rosso brillante. La raccolta è calendarizzata tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre (30 settembre – 5 ottobre) e la conservabilità oscilla tra i 90 e i 120 giorni.

Dal punto di vista agronomico la nuova varietà si presenta molto vigorosa (15% in più rispetto alla Hayward), con una produzione di circa 300/320 quintali per ettaro che si traduce nella necessità di diradamento dei boccioli floreali; inoltre – contrariamente alle altre varietà Chinensis – non è soggetta a cascola pre-raccolta. Dal confronto con la tradizionale varietà verde Hayward si osserva che in termini di solidi solubili al momento della raccolta il kiwi rosso contiene 8 gradi brix mentre il verde 6-6,5; circa la sostanza secca invece per il rosso la percentuale è mediamente pari al 19,6% mentre per il verde è solo del 16%. Anche in termini di contenuto di Vitamina C il “nuovo kiwi” batte nettamente quello tradizionale con 185,1 milligrammi ogni 100 grammi rispetto agli 85mg/100 gr (per le arance tale rapporto si ferma a 50mg/100gr). Essendo ricco di antociani e polifenoli (nella parte rossa), si presta molto bene come prodotto da assumere contro i radicali liberi e l’invecchiamento della pelle. Sotto il profilo dei patogeni, infine, i timori legati alla Psa sembrano essere stati parzialmente rassicurati dalla sperimentazione nel ravennate, dove finora non è stato riscontrato alcun problema in tal senso. “Con il materiale controllato e sano che forniremo come vivaio e con un po’ di cura e attenzione da parte dei produttori sono sicuro che si raggiungerà una buona resistenza all’infezione”, ha concluso Zanzi.

L’intera gestione commerciale del nuovo kiwi rosso è affidata in esclusiva a Origine Group. Per raccontare il ruolo del consorzio formato da 9 big player del comparto ha preso la parola il general manager Federico Milanese. “Le imprese all’interno di Origine sono in grado di realizzare da sole circa 120 mila tonnellate di kiwi all’anno, il 25% dell’intera produzione nazionale e il 19% di quella europea. Non potevamo non essere noi a farci carico di questa nuova sfida”, ha dichiarato. “Il nostro obiettivo – continua – è cercare di sviluppare nuovi mercati, altrimenti difficili da raggiungere per le singole aziende, monitorando costantemente le nuove varietà, acquisendo i diritti per quelle più interessanti, e infine aggregando elementi di distintività grazie ad una adeguata politica di comunicazione e di marca”.
In termini produttivi l’idea è raggiungere le 100 mila tonnellate di prodotto commercializzabile in 5 anni. Al momento il piano prevede la messa in dimora dei primi 20 ettari di impianto nella primavera 2016 suddivisi tra le regioni più tradizionalmente vocate alla produzione del kiwi (Lazio, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) e altre che hanno approcciato in questi anni tale coltura (Campania, Basilicata e Calabria). La prospettiva è raggiungere rapidamente gli 800/1000 ettari.
“Verrà assicurato un sistema di commercializzazione protetto e saranno stipulati contratti con i produttori e date licenze per il confezionamento. La commercializzazione, che avverrà nel periodo compreso tra settembre e gennaio, sarà sotto l’unica regia del gruppo Origine”. Per ulteriori dettagli in merito alla politica di marketing di Origine Group – il nome commerciale del kiwi, il logo, il packaging e la promozione – il manager ha rimandato l’appuntamento al prossimo futuro. Per ora è dato solo sapere – svela Alberto Garbuglia di Origine – che “in una logica di valorizzazione del prodotto il nuovo kiwi potrebbe essere posizionato ad un livello decisamente superiore a quello del kiwi tradizionale”.
Chiara Brandi

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