CILE, L’EXPORT DI MIRTILLI VA A GONFIE VELE

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Per il quinto anno consecutivo si conferma il trend positivo per il comparto dei mirtilli in Cile. La riprova arriva dalle previsioni per la stagione 2015/16 elaborate dal Comitato preposto in occasione della riunione annuale dei membri. I dati parlano di un incremento delle esportazioni compreso tra il 7 e il 19% rispetto ai risultati raggiunti durante la stagione precedente.

"Il settore ha finalmente capito che le catastrofi dovute a fenomeni meteorologici cosiddetti straordinari, sempre più frequenti a livello globale, posso sfortunatamente compromettere pesantemente il nostro potenziale produttivo. Per questo motivo la nostra attenzione è focalizzata sull’individuazione di particolari circostanze che potrebbero influenzare le stime, così da aggiornare tempestivamente i nostri mercati di riferimento", ha dichiarato Andrés Armstrong (nella foto), direttore esecutivo del Comitato dei Mirtilli del Cile, in un’ottica di ottimizzazione dei rapporti fornitori-clienti.
Secondo le proiezioni elaborate dal Comitato, la regione leader nella produzione ed esportazione di mirtilli sarà il Maule, con un export stimato a 36.283 tonnellate per la stagione attuale (+35% rispetto allo scorso anno); seguita dalla regione del Bio Bio, con un totale previsto di 31.811 tonnellate spedite (+8%); e la Regione di Araucania, per la quale si prevedono 10.703 tonnellate di export di mirtilli (+6%). Per quanto riguarda le stime settimanali, il primo picco produttivo è previsto per le settimane 49 e 50, quando le spedizioni attese saranno comprese tra le 4.000 e le 6.000 tonnellate totali, suddivise tra diversi mercati di destinazione.
Secondo le statistiche più recenti, nel 2015 in Cile sono stati destinati alla produzione di mirtilli più di 15.900 ettari di superficie coltivata. In termini quantitativi, durante la scorsa stagione, sono state esportate 134.507 tonnellate di mirtilli. Di queste – da quanto riferito da Chilealimentos – il 69% era costituito da prodotto fresco, il 25% da quello surgelato, il 4% era sotto forma di succhi di frutta, l’1,6% di conserva e lo 0,4% disidratato. (c.b.)

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