IL LIMITE DEL CONTANTE TORNA A MILLE EURO, L’INGROSSO INSORGE

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La stretta sull’utilizzo del contante colpisce duramente l’ingrosso ortofrutticolo, che è in fermento: dal primo gennaio scorso, il tetto massimo utilizzabile nei pagamenti è sceso da 2mila a mille euro in base a quanto previsto dal decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020.
Con l’anno nuovo, dunque, si è tornati al livello fissato nel 2011 dal decreto Salva Italia che era stato poi innalzato nel 2016: si tratta della nona modifica in 20 anni, la quinta negli ultimi 10. Chi non rispetta la regola, può incorrere in una sanzione amministrativa pecuniaria da 3mila a 50mila euro.
Il divieto di superare i 999,99 euro vale sia per i pagamenti e i trasferimenti fatti in euro, sia per quelli in titoli al portatore o in altre valute estere. Nei Centri agroalimentari, il problema è legato soprattutto ai referenti esteri, come testimonia Roberto Boscolo, presidente dei grossisti Fedagro al Maap di Padova: “Tra i nostri clienti ci sono numerosi esportatori e operatori d’Oltralpe, dall’Austria alla Romania, dalla Croazia alla Turchia, molti dei quali abituati a pagare in contante. Diventa difficile, a volte impossibile, gestire le transazioni. Raramente l’importo di una fattura è inferiore ai mille euro e talvolta, pur di non perdere l’affare, si accetta quanto previsto dalla normativa con l’impegno a incassare la differenza in una successiva transazione. Insomma, si lavora sulla fiducia, ma il rischio è dietro l’angolo“.
Un tassello che peggiora un quadro già difficile per l’ingrosso ortofrutticolo: “L’inizio d’anno è stato pessimo, l’effetto Covid sta penalizzando duramente l’HORECA, i consumi sono ridotti all’osso”, conclude Boscolo.
“In un momento di grande difficoltà causato dalla recrudescenza della pandemia, gestita in modo discutibile a livello governativo, con tanta confusione e incertezza – commenta Valentino Di Pisa, presidente nazionale Fedagro – ci mancava solo questo problema. Quello del contante è un tema serio per i mercati transfrontalieri: l’Italia non è uniformata al resto d’Europa, dove non esistono questi limiti. Così non va”.  All’estero l’asticella è infatti più alta. E clienti dell’Est Europa che normalmente si servono nei Mercati del Nord Italia, impossibilitati a pagare in contante, hanno già cominciato a cambiare fornitore, bypassando l’Italia.
“Gli operatori del Centro agroalimentare di Verona si lamentano molto e a ragione – fa presente il direttore Paolo Merci, che è anche vicepresidente di Italmercati – in passato la categoria si era attivata per far innalzare il precedente limite che ora è stato addirittura abbassato. I grossisti sono in difficoltà soprattutto con gli operatori dell’Est Europa e si chiedono il senso di una stretta simile a fronte di una regolare fattura che rappresenta, o meglio dovrebbe rappresentare, un documento di prova e di misura del corrispettivo versato”.
“Quello dei mille euro è un limite vergognoso – va giù duro il presidente di Fedagro Verona Jacopo Montresor –  i Mercati come il nostro e quello di Padova sono stati messi alla gogna. Noi vogliamo lavorare nella legalità, ma nelle piattaforme vocate all’export rischia di saltare il banco. Ci batteremo per cambiare le cose”.
E il mondo dei Mercati promette battaglia sui tavoli istituzionali, coinvolgendo anche il sistema Confcommercio.
Mirko Aldinucci
m.aldinucci@corriere.ducawebdesign.it

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