IL MERCATO DELLE MINI ANGURIE CRESCE: “MA SI DEVE FARE SISTEMA PER SFONDARE ALL’ESTERO”

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Sono comode da trasportare, facili da conservare in frigorifero, non intasano il cassonetto casalingo dell’umido, ma soprattutto sono buone e con proprietà organolettiche (il licopene contenuto) superiori alla media.

Stiamo parlando delle mini angurie, argomento trattato nell’incontro organizzato da Lamboseed, azienda di Sant’Agata Bolognese che si occupa di sementi e bulbi, dal titolo “Valorizzazione dell’anguria Minirossa, condivisioni delle potenzialità e della produzione al consumo”. L’incontro, tenutosi al Macfrut, ha visto la presenza del “papà” delle mini angurie, Sandro Colombi di Lamboseed che, per primo, nel 1994 le ha lanciate in Italia. Insieme a lui, Luciano Trentini (Foodis) vicepresidente del gruppo di esperti "Qualità e Promozione" della Commissione europea, Salvatore Dell’Arte, cooperativa Aurora di Pachino (Sicilia), Pierluigi Castello, Ortofrutticola Castello, Ettore Cagna Agricola Don Camillo e Gabriella Marchetti di Unife.

Il mercato delle mini angurie è un mercato in forte espansione sia per il gradimento che incontra tra i consumatori italiani che per le forti richieste provenienti dal mercato straniero. “In Italia si producono circa 600 mila tonnellate di angurie, solo il 35% di queste sono mini angurie – ha spiegato Luciano Trentini, vicepresidente del gruppo di esperti "Qualita’ e Promozione" della Commissione Europea – La Spagna, nostro maggiore concorrente, invece, ha una produzione simile per quantità ma totalmente di mini angurie o formato medio e quindi nell’export è molto più forte di noi perché i mercati del nord Europa richiedono solo angurie medie o baby”.

Il futuro, è stato ribadito nell’incontro, richiede un progetto più organico da parte dei produttori italiani delle minirosse (dalla Sicilia – regione in pole position per la produzione – al nord Italia) per presentarsi al mercato straniero con maggiore forza e guadagnare importanti posizioni nell’export.

Tra l’altro, come ha spiegato Gabriella Marchetti ricercatore del Dipartimento di Biologia ed Evoluzione dell’Università di Ferrara, la mini anguria ha anche proprietà nutritive particolari. Mentre l’anguria di grande pezzatura, dopo essere stata tagliata, resta in frigo magari uno o due giorni prima di essere mangiata nuovamente disperdendo il licopene che contiene, la baby cocomera, mangiata subito, è un concentrato del potente antiossidante naturale e di vitamina C. Per comprendere la potenzialità del frutto basta dire che, in proporzione, in una mini anguria si trova il doppio del licopene contenuto in un pomodoro.

Il settore, però, è in grande evoluzione. E ogni anno la ricerca genetica fa passi da gigante. Dopo la baby anguria, si sta lavorando per mettere a punto quella senza semi, per perfezionare il concentrato di anguria e soprattutto per ottimizzare la conservazione del frutto, procedimento che potrebbe offrire nuovi e importanti sbocchi sul mercato.

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