Cile, ore otto della sera (l’una di notte in Italia): una violenta scossa di terremoto di magnitudo 8,3 si abbatte sul paese; epicentro nella regione di Coquimbo – a circa 200 chilometri dalla capitale Santiago – e a soli 11 chilometri di profondità. Le vittime sono una decina, numerosi i feriti. A seguito della scossa – durata diversi interminabili minuti – è subito scattato l’allarme tsunami, rimasto in vigore per sette ore prima di essere degradato ad avviso di attenzione.
Al momento l’Associazione cilena dei Produttori ed Esportatori di ortofrutta (ASOEX) sta ancora valutando l’impatto del fenomeno all’interno delle aree produttive del paese, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali. Dalle prime informazioni raccolte non sono stati rilevati danni o problemi rilevanti alle colture cosicché è ragionevole pensare che la stagione possa proseguire abbastanza regolarmente. L’unica preoccupazione è legata ai danni registrati alle infrastrutture del porto di Coquimbo, uno dei maggiori sbocchi commerciali del paese.
Secondo le statistiche di ASOEX, durante la stagione 2014-15, sono partiti dal porto di Coquimbo 73.921 tonnellate di frutta fresca, in particolare uva da tavola (70.074 tons), mele rosse (2.042 tons), kiwi (234 tons), ciliegie (50 tons), mirtilli (70 tons) e avocado (43 tons).
"Le informazioni che abbiamo finora ci rassicurano sul fatto che non vi sia alcun danno significativo per il settore”, ha dichiarato Ronald Bown (nella foto), presidente di ASOEX. “La prossima stagione di ciliegie e mirtilli – continua – si svolgerà come previsto, senza grossi problemi, mentre le esportazioni di agrumi e avocado sono attualmente in essere attraverso i porti di Valparaiso e San Antonio. Le spedizioni da Coquimbo avrebbero in ogni caso preso il via solo nel mese di dicembre". (c.b.)
