MIRTILLI, IN GERMANIA CRESCONO LE PRODUZIONI. “MA C’È TROPPA FRAMMENTAZIONE”

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Nel 2015 in Germania le superfici dedicate alla produzione di mirtilli hanno raggiunto un’estensione pari a 2.700 ettari, portandosi su livelli simili a quelli dell’Argentina. L’aumento previsto del salario minimo dei lavoratori però getta un’ombra sull’intero settore – mettendolo decisamente sotto pressione – poiché potrebbe costringere molti produttori ad abbandonare il business se i prezzi all’origine non aumenteranno.

Facendo una mappatura sommaria delle aziende agricole dedicate a tale coltura in territorio tedesco è evidente la prevalenza di piccole realtà – dalla dimensione media compresa tra i 5 e i 15 ettari – che come tali sono in grado di realizzare solo volumi ridotti. Al contrario esistono appena 15 aziende più grandi di 35 ettari. Al momento la sopravvivenza di molti piccoli produttori è purtroppo assicurata solo dagli assegni riscossi dalle assicurazioni private, ha dichiarato Holger Brandt, responsabile per lo sviluppo internazionale di SanLucar, aggiungendo che ad oggi il prezzo in campo è di 3,80 euro al chilogrammo, una cifra che copre appena i costi di produzione. Si tratta di una situazione molto difficile, che diventerà irrimediabilmente ostica con l’aumento del salario minimo da 7,40 a 8 euro all’ora in programma per il prossimo anno; la paga oraria sarà poi portata a 9 euro/ora entro la fine del 2017. "E non solo. Già si parla di un ulteriore aumento fino a 9,50 euro all’ora entro il 2018”, ha svelato Brandt. Nonostante la domanda sia in continua crescita, affinché la produzione teutonica possa sopravvivere si rende dunque necessario “un miglioramento in termini di tecnologici e varietali oltre al rinnovamento del sistema produttivo esistente", conclude il manager. (c.b.)

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