FONDAZIONE MACH, IL PUNTO SULLA FRUTTICOLTURA IN VAL DI NON

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Circa 200 frutticoltori si sono dati appuntamento a maso Maiano di Cles (Trento) per la tradizionale giornata di Porte aperte organizzata dalla Fondazione Mach. Durante la visita nell’azienda sperimentale, i partecipanti hanno potuto toccare con mano le forme di allevamento in parete e vedere i risultati del diserbo e del diradamento meccanico.

Dopo l’illustrazione dei nuovi genotipi di melo selezionati per combattere la stanchezza dei terreni e delle nuove varietà di melo ottenute dai programmi di miglioramento genetico, i melicoltori sono stati aggiornati sull’andamento della stagione 2015, con un focus sull’agricoltura biologica. Con le Porte aperte a maso Maiano, in val di Non, si è chiuso il ciclo delle giornate tecniche organizzato dalla Fondazione Mach.

A Cles gli esperti hanno illustrato come prima cosa i risultati derivanti dalla sperimentazione applicativa nel settore dell’agricoltura biologica, riportando anche la loro analisi della stagione. Il 2015 finora è stata un’annata tranquilla sia per quanto riguarda la ticchiolatura, sia per gli attacchi di insetti e le malattie fungine. Nel caso degli afidi, in particolare del cenerognolo e del lanigero, l’estate calda ha permesso un controllo naturale.

Sempre nell’ottica della sostenibilità, a maso Maiano sono state mostrate diverse tecniche per ridurre gli input chimici, sfruttando la forma di allevamento in parete. Nelle aziende sperimentali della Fondazione Mach sono state raggiunte conoscenze avanzate sulla meccanizzazione del diradamento, del diserbo e della potatura estiva brachizzante. Grandi passi avanti sono stati fatti nell’uso delle reti polifunzionali in chiave agronomica e nella gestione del frutteto pedonabile, che non necessita di scale o carri raccolta. Anche lo studio di tecniche di trattamento con impianti fissi al posto degli atomizzatori sta fornendo indicazioni interessanti, mentre proseguono con buoni risultati le prove di diradamento chimico, meccanico e fisico con rete.
Tra i focus della giornata tecnica c’è stata la moria del melo, le cui cause non sono state ancora completamente appurate. Dai rilievi fino ad ora effettuati risulta che questa problematica è maggiormente frequente nei terreni soggetti a importanti operazioni di bonifica e/o carenti di sostanza organica. Per ciò l’ente di San Michele all’Adige ha avviato prove in pieno campo per valutare la fertilità del suolo attraverso l’impiego di ammendanti organici. Alla moria del melo è connesso il fenomeno della stanchezza dei terreni, una situazione che impone la ricerca di nuovi portainnesti, alternativi all’ormai consolidato M9. Gli sperimentatori del Centro trasferimento tecnologico hanno selezionato alcuni di questi genotipi in base alla tolleranza al reimpianto e alla resistenza a patogeni e avversità atmosferiche. Dai primi dati raccolti nella prove sperimentali è emerso che i genotipi CG11 e CG16 dimostrano un’ottima efficienza produttiva e adattabilità alle diverse cultivar testate.

La quarta parte della giornata formativa è stata dedicata all’innovazione varietale. A Maso Maiano vengono messe a dimora e testate nuove varietà ottenute da programmi di miglioramento genetico che poi gli esperti Fem si occupano di valutare. La Fondazione Mach, inoltre, sviluppa anche proprie selezioni resistenti alle principali patologie del melo. Ai partecipanti delle Porte aperte sono state perciò spiegate le fonti dei caratteri di resistenza e le caratteristiche agronomiche e sensoriali delle accessioni più interessanti.

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