FRESHFEL, MELE E PERE I PRODOTTI PIÙ ESPORTATI DALL’UE

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Quali sono i prodotti ortofrutticoli maggiormente esportati dai paesi dell’Unione Europea? Quali quelli maggiormente importati? E i principali partner commerciali? A tutte queste domande ha risposto in questi giorni Freshfel grazie a diversi report elaborati su dati Eurostat.

Al primo posto tra la frutta più esportata dall’Ue ci sono le mele, che nel 2014 hanno raggiunto 1.728.255 tonnellate con una crescita rispetto all’anno precedente di circa il 15%. Grazie ad un balzo superiore al 34% anno su anno, le pere sono al secondo posto nel ranking dei frutti più esportati con 472.702 tons. Seguono pesche e nettarine con 356.487 tonnellate (+16%), arance (337.330 tons, +7%) e mandarini, unici in questa Top Five a registrare una flessione rispetto al 2013 (-10%) per un totale pari a 326.088 tonnellate. Nonostante la battuta di arresto dei mandarini, le cinque categorie di frutti mostrano una crescita costante delle esportazioni negli ultimi cinque anni.

httpss://photos-3.dropbox.com/t/2/AACAGr0DL64ysvUGg_lckOVqjgRTPdcLAzZ-pQaO9AvXPQ/12/326570138/png/32x32/1/_/1/2/grafico1.png/EKv4gcQCGN0IIAIoAg/Z92iXJvujT6nCTlkCbI74shQpM13gyvdnNlxGxc6aYA?size=1024x768&size_mode=2Tra gli ortaggi i più esportati al primo posto ci sono cipolla e scalogno (802.288 tonnellate, +5% rispetto allo scorso anno); pomodori (301.243 tons, -17%); cavolo, cavolo rapa, cavolo riccio e simili (165.929 tons, +34%); “altri ortaggi” (156.878, -3%); peperoni (136.948 tons, -3%). In generale, non tutte le categorie di ortaggi hanno seguito un andamento costante delle esportazioni negli ultimi cinque anni; è il caso dei pomodori, che nonostante il crollo del 2014 hanno registrato un incremento del 20% rispetto alla media del quinquennio 2009-14.

In termini di valore l’export di mele ha registrato il fatturato maggiore (880.798.215 euro, +10%) seguito da quello di pere (302.284.586 euro, +4%); pesche e nettarine (288.032.230 euro, -12%); kiwi (246.823.071, euro, +4%); mandarini (246.757.912 euro, -15%). In generale il valore delle esportazioni ha evidenziato una crescita del 13% tra il 2014 e la media degli ultimi cinque anni nonostante la contrazione poco inferiore al 2% osservata anno su anno. Tra gli ortaggi, il fatturato più alto ottenuto attraverso le esportazioni è stato registrato dalla categoria dei pomodori (357.144.659 euro, -18%); seguono “altri ortaggi” (248.364.560 euro, -13%); peperoni (238.080.888 euro, -15%); cipolla e scalogno (220.746.737 euro, -11%); cavolfiori e broccoli (59.428.656 euro, -14%).

Il valore delle esportazioni ha registrato una crescita di circa il 7% sulla media 2009-14 mentre si osserva una caduta di quasi il 14% rispetto allo scorso anno. Nonostante l’embargo imposto da Mosca, che ha provocato un crollo delle esportazioni del 33%, nel 2014 la Russia resta il primo partner commerciale dei paesi dell’Ue assorbendo quasi il 24,8% del totale delle spedizioni di frutta, per un totale di 1.043.503 tonnellate, e il 31,2% di ortaggi, per un totale di 560.448 tonnellate. Al secondo posto c’è la Bielorussia con il 16,2% della frutta e il 13% della verdura acquistata (rispettivamente 681.030 e 233.262 tons, con un incremento del 109% e del 96% rispetto al 2013). Segue la Svizzera con 311.331 tons di frutta e 191.951 tons di ortaggi acquistati. Tra i paesi africani da segnalare i rapporti con l’Algeria, che assorbe il 5% delle spedizioni totali di frutta dell’Ue (210.210 tons), e con il Senegal per l’export di ortaggi (9% del totale venduto per 161.379 tonnellate).

Passando all’analisi delle importazioni, le banane sono indiscutibilmente il frutto più acquistato dai paesi dell’Ue-28 (5.113.121 tons nel 2014, + 4% rispetto al 2013) seguite da ananas (934.028 tons, +9%); arance (827.087 tons, -6%); uva (597.079 tons, +4%); mele (494.895 tonnellate, -26%). Tra gli ortaggi, i pomodori sono il prodotto più importato (486.980 tons, +10%) seguiti da cipolla e scalogno (272.924 tons, +1%); peperoni (234.878 tons, -1%); fagioli (196.183 tons, +4%); “altri ortaggi” (185.164 tons, -1%). In generale, mentre per la frutta le importazioni restano sostanzialmente invariate sia nel confronto con il 2013 sia con la media degli ultimi cinque anni, per gli ortaggi gli acquisti da paesi terzi sono stabili nella variazione anno su anno ma in calo di quasi il 5% nell’ultimo quinquennio.

Anche in termini di valore le banane sono al primo posto della classifica (3.095.173.800 euro, +3%). Al secondo posto c’è l’uva (1.219.146.359 euro, +8%) seguita da ananas (607.097.619 euro, +12%); mele (519.564.926 euro, -27%); arance (478.430.979 euro, -12%). Dal confronto con lo scorso anno il valore delle importazioni di frutta è aumentato del 2,4% e se si considera la media 2009-14 è cresciuto dell’8,4%. Tra gli ortaggi, con un aumento del 20%, i pomodori sono il prodotto più pagato (415.358.436 euro) seguiti da fagioli (409.208.843 euro, +10%); “altri ortaggi” (269.089.569 euro, -7%); peperoni (258.211.801 tons, -9%); cipolla e scalogno (160.916.436 euro, -2%). Si tratta di valori sostanzialmente costanti se si considera la variazione rispetto alla media degli ultimi cinque anni mentre in crescita dl 2% se confrontati con le cifre del 2013. Nel 2014 il principale fornitore di frutta dell’Unione Europea è stato il Costa Rica, grazie alla copertura del 16,8% del fabbisogno totale, seguito da Equador (14%), Colombia (10,4%), Sud Africa (9,8%) e Turchia (5,4%). Circa l’import di ortaggi, invece, al primo posto c’è il Marocco (41,2%) seguito da Turchia (10,9%), Egitto (6,6%), Israele (5,9%) e Nuova Zelanda (4,9%). (c.b.)

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