DIBATTITO SUL RUOLO DEL SETTORE, ROMAGNOLI: “LE ISTITUZIONI FACCIANO LA LORO PARTE”

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Nell’ambito della festa nazionale di Legambiente “Festambiente” a Rispescia (Grosseto), si è tenuto il dibattito “Tornare alla terra, seminare il futuro: quali politiche per la produzione e il consumo di cibo?”.

L’evento, moderato dalla giornalista Carmen Lasorella, ha visto la partecipazione di numerosi esponenti del mondo politico, associativo e produttivo operanti nel settore agroalimentare: Rossella Muroni, Direttore Generale di Legambiente; l’Onorevole Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati; Beppe Croce, Responsabile nazionale Agricoltura Legambiente; Vincenzo Vizioli, Presidente nazionale AIAB; Massimo Bernacchini, Slow Food Toscana, e Giulio Romagnoli (nella foto), amministratore delegato di Romagnoli F.lli Spa, una delle più importanti realtà nazionali nella lavorazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, in particolare patate.

Il dibattito è stato incentrato sulle prospettive future del mondo agricolo e sulla sostenibilità delle politiche produttive adottate finora da istituzioni e aziende. Ma anche sulla necessità di ritrovare quella politica agricola nazionale che in Italia manca ormai da 30 anni e che non può più essere affidata alle singole Regioni – come fatto notare dall’Onorevole Sani e, in seconda battuta, dall’amministratore delegato di Romagnoli F.lli SpA.

L’intervento di Giulio Romagnoli, in particolare, ha toccato diversi punti “critici” relativi al comparto agricolo, a partire dal concetto di filiera. Secondo l’amministratore delegato di Romagnoli F.lli Spa, infatti, è necessario che ogni singolo attore del processo collabori con gli altri ponendosi come obiettivo quello di dare valore al prodotto finale e assicurare il benessere e la sopravvivenza dell’intera filiera in ogni suo passaggio, senza pensare esclusivamente al proprio tornaconto.

Soprattutto la GDO dovrebbe ripensare al proprio rapporto con gli altri attori, studiando un nuovo modello di relazione più equilibrata che permetta di collaborare stabilmente con le filiere organizzate per essere un attore più attivo e non il semplice intermediario finale che impone prezzi e promozioni dall’alto senza investire in maggiore efficienza.

“E’ necessario che anche le istituzioni facciano la loro parte, promuovendo misure che possano riconoscere il valore di tutte quelle organizzazioni che hanno dimostrato o dimostreranno di saper proporre progetti imprenditoriali virtuosi, nel rispetto delle regole, della libera concorrenza e della massima trasparenza. In tal senso, accogliamo con piacere le parole del Ministro Martina, che ha dichiarato che il Governo sta lavorando per riorganizzare le filiere produttive dando loro sostegno e riconoscendo al comparto ortofrutta un ruolo di primaria importanza per il nostro Paese, che rappresenta tutt’ora il primo produttore europeo. Auspichiamo che in questo percorso vengano coinvolti tutti gli attori che contribuiscono alla sussistenza e al benessere della filiera. Ritengo, infatti, che al settore non servano misure di sussistenza ma organizzazione, competitività, regole chiare e uguali per tutti e, soprattutto, una politica agricola nazionale”, ha proseguito Romagnoli.

Altro punto molto importante è stato quello della valorizzazione del prodotto “patate”. Secondo Romagnoli, come nel caso di molti altri prodotti ortofrutticoli, la patata viene generalmente vissuta come una commodity, quasi mai identificata in base alla sua varietà di appartenenza: “Si tratta di un problema culturale del consumatore, spesso causato da una eccessiva banalizzazione dell’ortofrutta da parte dei responsabili acquisti. A livello di filiera non si è riuscito a fare lo stesso ottimo lavoro realizzato in passato con le mele. Bisogna valorizzare il prodotto, le sue caratteristiche tipiche, le sue varietà, i territori dove è coltivato: tutto questo deve essere comunicato al consumatore che deve arrivare a percepire il reale valore della filiera agroalimentare.”

L’ultimo passaggio dell’intervento di Romagnoli si è focalizzato sul futuro, lanciando un accorato appello alle istituzioni e alla sensibilità del settore a cui appartiene Romagnoli F.lli Spa: “Il settore ortofrutticolo è una risorsa molto importante per il nostro Paese, e non solo in termini economici. Esso potrebbe rappresentare un importante sbocco in chiave occupazionale per un Paese che guarda con preoccupazione al costante aumento della disoccupazione giovanile e, ancora più preoccupante, al tasso di inattività. Serve dunque il coraggio di investire, di innovare e mettere in sinergia tutte quelle competenze che ci stanno eroicamente ancora credendo”.

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