Utilizzare le nuove biotecnologie basate sull’analisi del DNA e applicarle al breeding. È il tema del workshop svoltosi venerdì scorso presso la sede del CIV – Consorzio Italiano Vivaisti, a San Giuseppe di Comacchio. In particolare l’incontro si è occupato del breeding assistito da marcatori per melo e pesco.
Si tratta di un’iniziativa organizzata nell’ambito del progetto europeo FruitBreedomics, nato per colmare il divario tra ricerca scientifica sulla genetica e le reali applicazioni pratiche in campo e che si concluderà a fine agosto dopo 5 anni. L’avvento dello studio dei genomi e il conseguente aumento delle informazioni in essi rinvenute consentono di associare caratteri fenotipici (resistenze alle malattie, caratteri gustativi come croccantezza, aroma, ecc.) a tratti specifici del genoma (i marcatori molecolari) e possono essere un valido aiuto a sostegno dell’attività dei breeders.
L’analisi di tratti specifici del DNA può essere adottata in varie fasi del lavoro di breeding: per scegliere i parentali più idonei; per selezionare i semenzali recanti caratteri desiderati già in fase precoce senza attenderne la fruttificazione; per il riconoscimento di varietà in casi di contraffazione (con limitazione per i cloni), oltre che per analisi molto più complesse per l’ottenimento di modelli di predizione fenotipica.
Nella giornata sono stati toccati diversi temi a partire dalla spiegazione di che cosa si intende per marcatore molecolare, alle tecniche per la loro individuazione, a come prelevare un campione di tessuto per sottoporlo all’analisi del DNA, per proseguire poi su come queste nuove tecniche di analisi possano essere applicate al mondo del miglioramento genetico convenzionale.
“Anche noi del CIV – ha spiegato Marica Soattin, direttore generale CIV – già dallo scorso anno abbiamo approcciato questo tipo di strumento. Crediamo infatti che valga la pena di approfondire il tema con ulteriori analisi, che ci consentiranno da un lato di capire meglio il tipo di corredo genetico che abbiamo maturato nel corso della nostra trentennale attività di breeding e dall’altro di aiutarci a sviluppare più rapidamente e in modo più mirato nuovi prodotti rispondenti alle esigenze del mercato”.
“Siamo stati onorati di ospitare una così qualificata comunità internazionale che ha avuto modo di confrontarsi su temi di altissimo valore scientifico e che sarà sicuramente uno spunto per le future attività del CIV”.
Tra i relatori del training si annoverano: Andrea Patocchi di Agroscope (Svizzera); Fabrizio Costa di FEM (Trento); Johan Bonany e Pere Arùs di IRTA (Spagna); Pascal di INRA (Francia)