Nel primo trimestre dell’anno, l’export di prodotti ortofrutticoli freschi della Spagna ha registrato un incremento anno su anno del 7,5% a volume e del 9,9% a valore, per un totale di 3,74 milioni di tonnellate pari a 3,48 miliardi di euro.
I dati, elaborati dal Dipartimento delle Dogane e delle Accise del Ministero dell’Economia iberico, rivelano che il buon andamento dell’export è da ricondursi principalmente alle vendite degli ortaggi sui mercati internazionali nel mese di marzo, che hanno compensato il trend negativo registrato a gennaio e febbraio.
A fronte di un calo del 2,1% e 3,8% nei primi due mesi del 2015, a marzo il volume della verdura esportata ha infatti mostrato un aumento dell’8,2%, generando un incremento in termini di valore del 14%. Facendo la media del periodo e confrontando l’andamento delle esportazioni di ortaggi nei primi tre mesi del 2015 rispetto al 2014 ciò che emerge è una sostanziale stabilità dei volumi (+0,61%) a fronte di una crescita a valore del 5,37%.
Tra i principali prodotti è da segnalare l’aumento dell’export di zucchine (+77,7% per un totale di 138 milioni di euro), cavolo (+17% pari a 187 milioni) e lattuga (+4%, 251 milioni). Mentre calano le spedizioni di pomodori (-3%, 412 milioni di euro) e di peperoni (-1,4%, 323 milioni di euro). La domanda sulle piazze internazionali è cresciuta anche per la frutta, in aumento del 15,28% a volume e del 15,34% a valore, per un totale di 1,89 milioni di tonnellate pari a 1,67 miliardi di euro. Buoni risultati dovuti soprattutto all’esportazioni di agrumi – arance in primis – che hanno messo a segno un +28,5% a valore, per un totale di 455,5 milioni di euro, e di frutti rossi che, con un +29%, hanno ottenuto 350 milioni di euro.
La maggior parte delle spedizioni di frutta e verdura fresca della Spagna è destinata ai mercati europei: secondo Fepex, l’associazione dei produttori ed esportatori di ortofrutta iberici, nel primo trimestre dell’anno il 92,3% del giro d’affari totale del commercio internazionale è stato generato da spedizioni destinate al mercato comunitario (nel 2014 tale percentuale era pari a 90,5%). Nello stesso periodo l’export destinato a mercati extra-comunitari ha rappresentato in termini di valore solo il 7,6% del totale, pari a 117,5 milioni di euro, in contrazione del 35%. Un decremento dovuto soprattutto alla chiusura delle frontiere russe dopo l’embargo imposto da Mosca lo scorso 7 agosto.
Circa l’export destinato a paesi extra-comunitari e extra-europei si evidenzia una buona crescita, pari a +18% a valore (150,5 milioni di euro) e a +20% a volume (172 mila tons). Non va dimenticato tuttavia che per la Spagna questi paesi rappresentano una porzione di mercato ancora molto ridotta, assorbendo circa il 4,5% dei volumi in uscita per un valore pari al 4,3% del totale. (c.b.)