La produzione di pomodori in Spagna nei primi 5 mesi dell’anno (1 gennaio-31 maggio) sembra destinata a segnare una crescita del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2014, per un totale di 1,12 milioni di tonnellate stimate. Numeri positivi – elaborati dallo stesso Ministero dell’agricoltura locale (Magrama) – che danno ulteriore lustro ad uno dei comparti più importanti per l’agricoltura spagnola.
Il paese iberico è il secondo produttore in Europa dopo l’Italia con 3,8 milioni di tonnellate prodotte nel 2014, pari al 25% dei volumi totali a livello comunitario. Si tratta però di un settore costantemente vessato da minacce – soprattutto a causa della concorrenza internazionale – che ne rendono particolarmente ostica la crescita.
E’ dei giorni scorsi la notizia che dall’Olanda è stata dichiarata guerra ad una delle eccellenze di Almeria – “il Pata Negra” dei pomodori – il RAF. I pomodori della varietà Marmande sono infatti stati riprodotti anche nelle Fiandre dai fratelli Klass e Jacob Van grazie a serre riscaldate geotermicamente.
Una concorrenza agguerrita arriva anche dalla Turchia che, grazie a tecniche di coltura estensiva sempre più efficienti, insidia pericolosamente l’economia del comparto vendendo i pomodori sui diversi mercati internazionali a prezzi più competitivi rispetto alla Spagna.
Ultimo – non certo per importanza – è l’annoso problema legato alle importazioni europee di pomodori dal Marocco. La questione sembrava fosse stata definitivamente chiusa grazie agli accordi Ue-Marocco dello scorso ottobre ma in realtà è tutt’altro che risolta. Secondo l’associazione spagnola dei produttori ed esportatori ortofrutticoli, Fepex, il sistema di gestione dei prezzi dei pomodori in entrata provenienti dal paese nordafricano è valido solo per i pomodori tondi mentre per l’import dei pomodori ciliegini andrebbe calcolato un valore ad hoc.
“L’adozione di un unico prezzo di importazione per tutti i tipi di pomodori impedisce un controllo attento della situazione di mercato e l’applicazione dei diversi metodi di salvaguardia previsti dall’accordo di partenariato”, ha recentemente denunciato Fepex. “Una mancanza che sta costando cara ai produttori spagnoli che si trovano a competere in una situazione di forte svantaggio competitivo a causa dei maggiori costi sostenuti per produrre in conformità alle norme imposte dall’Ue". Fepex ha pertanto chiesto che la Commissione europea valuti urgentemente la questione – proponendo soluzioni efficaci e definitive – durante il gruppo di lavoro in programma il 4 giugno prossimo.
Chiara Brandi