SINDACATI ICE: “SALVIAMO IL MADE IN ITALY. CON SOPPRESSIONE DELL’ENTE IMPRESE DANNEGGIATE”

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Nell’attuale critica congiuntura economica, solo le esportazioni registrano una dinamica positiva: il 2010 ha visto una crescita dell’export italiano del 15,8 % rispetto all’anno precedente. L’andamento favorevole delle esportazioni italiane contribuisce sensibilmente al fatturato delle nostre aziende ed all’occupazione dei lavoratori italiani".

 

A sostenerlo sono i sindacati CGIL,CISL,UIL, CISAL/FIALP ICE che in un comunicato sottolineano come "quasi il 29 % del Prodotto Interno Lordo del nostro Paese deriva dalle esportazioni ed è da sottolineare il fatto che molti settori industriali destinano ai mercati esteri più della metà della loro produzione. Con la recente incomprensibile soppressione dell’ICE, che tante proteste ha determinato da parte delle imprese italiane, il "Made In Italy" non ha più un ente di promozione nazionale che operi in suo favore sui mercati esteri. Di conseguenza, migliaia di PMI – che come noto costituiscono il tessuto connettivo dell’economia italiana e assorbono gran parte dell’occupazione nazionale – sono sprovviste del supporto informativo ed organizzativo che veniva efficacemente fornito dall’ICE sui mercati internazionali. Centinaia di eventi promozionali all’estero (fiere, delegazioni, seminari, sfilate, degustazioni, pubblicità, etc.) sono stati cancellati a seguito della soppressione dell’ICE, a danno delle nostre imprese che perdono così molte opportunità d’affari e, quindi, di crescita per l’intero sistema nazionale. Oltre al danno, si aggiunge la beffa: il vuoto prodotto dalla ingiustificata soppressione dell’ICE sembra allettare alcune amministrazioni regionali che, invece di sanare i grossi debiti determinati dalla errata gestione della sanità pubblica, intendono avventurarsi sui mercati esteri, creando delle proprie agenzie di promozione".

"La ulteriore creazione ed il potenziamento di agenzie regionali per l’internazionalizzazione, con la conseguente pletora di incarichi e di poltrone, continua a contribuire, oltre allo sperpero di fondi pubblici, anche alla polverizzazione del "Made in Italy", brand vincente sui mercati internazionali, a favore dei vari "Made in…20 regioni". Il proliferare delle campagne promozionali di prodotti regionali, oltre a creare confusione tra gli operatori commerciali e i consumatori internazionali (che spesso non hanno idea di cosa siano e dove si trovino le varie regioni interessate), si traduce nella frammentazione del marchio "Made in Italy", diffusamente percepito all’estero come sinonimo di qualità, buon gusto e cultura".

"Prova ne è quello che sempre piu’ spesso succede alle grandi fiere internazionali: mentre Francia, Germania e Spagna sono presenti con padiglioni nazionali immediatamente riconoscibili dai visitatori, la presenza italiana appare sempre più suddivisa tra decine di stand istituzionali , promossi dai vari enti di supporto che operano a livello locale, senza alcun coordinamento e con una evidente moltiplicazione dei costi. I lavoratori dell’ICE si oppongono a questa grave minaccia al "Made in Italy" e richiedono con urgenza la riattivazione della funzionalità dell’Ente, che sarebbe la soluzione più rapida per far fronte all’emergenza, anche tramite un Commissariamento, che porti poi alla costituzione di una Agenzia governativa, ente pubblico non economico, per la promozione dei prodotti nazionali, così come fanno da tempo i principali Paesi nostri concorrenti.

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