SPAGNA, IL MERCATO NERO METTE A RISCHIO LA PRODUZIONE DI CACHI

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Negli ultimi anni la coltivazione del cachi in Spagna si è rivelata davvero un buon investimento per molti agricoltori che hanno scommesso sempre più su questo frutto dalla domanda in forte ascesa. E come in ogni “corsa all’oro” che si rispetti anche i disonesti per professione hanno fiutato l’imperdibile business.

La sostenuta richiesta da parte dei produttori che volevano estendere la propria produzione ha infatti generato un deficit della fornitura nei vivai e spalancato le porte al mercato nero del commercio di piantine illegali. L’associazione professionale di fiori, piante e tecnologia orticola della Comunità Valenciana (Asfplant) ha dunque denunciato la proliferazione di questo pericoloso fenomeno che mette a rischio la sopravvivenza di molti vivai e minaccia la salute stessa delle piante.

Secondo Asfplant attualmente circa il 50% delle piantine di cachi acquistate nelle zone di produzione di Valencia sono di origine “irregolare”, cioè provenienti “direttamente da un mercato nero non soggetto ad alcun controllo di qualità”. Le conseguenze per i vivai sono disastrose. Coloro che operano nella legalità devono infatti soddisfare tutti i requisiti imposti dalla legge e l’offerta in parallelo di prodotti irregolari rappresenta una “concorrenza sleale di primo ordine”, che si traduce in prezzi insostenibilmente più bassi, fino alla metà di quelli proposti nel mercato regolare. Secondo i calcoli effettuati da Asfplant, queste pratiche stanno portando a perdite nell’ordine degli otto milioni di euro. Inoltre, la proliferazione di piante non sottoposte ad alcun controllo mette a serio rischio anche la produzione degli agricoltori poiché sussiste una reale possibilità di trasmissione di nuovi parassiti e malattie. (c.b.)

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