Un nuovo centro di imballaggio per la frutta e la verdura destinata all’export, dotato di un sistema di gestione dei prodotti all’avanguardia in grado garantire sicurezza e qualità. Lo ha annunciato in questi giorni il Governo del Bangladesh dopo che negli anni sono state rilevate numerose “anomalie fitosanitarie” nell’ortofrutta destinata all’esportazione.
Nel triennio 2011-14 l’UE – uno tra i principali mercati di destinazione dell’ortofrutta bengalese con 209 milioni di dollari di prodotti importati ogni anno – ha infatti rilevato organismi nocivi in 270 partite provenienti dal Bangladesh. Si tratta di un’emergenza reale – resa ancora più intricata dall’enorme ricorso all’uso di certificati fitosanitari falsi – che ha indotto l’Europa a dare un out-out al paese. Il Vecchio Continente ha infatti intimato che se il Governo locale non si dimostrerà capace di garantire un’export sicuro sarà introdotto un blocco totale delle importazioni.
In risposta a tale avvertimento è stata realizzata la nuova struttura che – a lavori conclusi – sarà dotata di apposite celle di conservazione refrigerata, spazi idonei alla cernita, classificazione e ispezione dei prodotti freschi nonché di moderne attrezzature per il confezionamento. I prodotti saranno dunque imballati all’interno del centro e, successivamente, portati direttamente ai diversi luoghi di partenza.
“L’impianto contribuirà a garantire la qualità dei prodotti destinati all’export”, ha dichiarato Mohammed Monsur, segretario generale del Bangladesh Fruits Vegetables & Allied Products Exporters’ Association. “Il tasso di non conformità – aggiunge – scenderà sensibilmente e questo porterà ad un aumento delle esportazioni, in particolare verso il mercato europeo. Tuttavia, la distanza tra il centro e l’aeroporto è di circa 24 chilometri perciò sarà necessario un ulteriore sforzo da parte di tutti per mantenere costante la catena del freddo durante il trasporto; in caso contrario sarà difficile assicurare la qualità finale dei prodotti”. (c.b.)
