Con qualche giorno di anticipo è partita nel Veneto la raccolta dei radicchi precoci, i precursori dei tardivi invernali che costituiscono la forza del settore. I primi hanno avuto una buona accoglienza, con prezzi sostenuti rispetto alle passate stagioni. La qualità è generalmente buona e si presentano bene. Li hanno favoriti il caldo e la ridotta offerta di insalate.
Adesso, mutati tempo e temperatura, si spera nella conferma delle positive quotazioni. “Il precoce – commenta Sergio Tronchin (nella foto), responsabile commerciale di OPO Veneto – ha una buona base di mercato. Il trend, negli ultimi anni, è stabile. Ad un certo punto deve cedere il passo ai tardivi, che da alcuni anni stanno anticipando l’arrivo sui mercati".
E’ raccolto con il cominciare dell’autunno e continua fino a primavera: di forma allungata, foglie ben serrate, avvolgenti e compatte, si contraddistingue per il gradevole sapore amaro. Una produzione comunque di tutto rispetto: 19.000 tonnellate su 1.100 ettari per un valore di circa 15 milioni di euro (dato annuo 2010). La coltivazione è fatta con metodo tradizionale ed è decisamente economica rispetto al rosso tardivo, e questo spiega anche la sostanziale differenza di prezzo.
E’ cominciata la raccolta anche di altre varietà precoci: il rosso tondo di Chioggia e il rosso semilungo di Verona, molto simili ai blasonati tardivi, e i variegati di Castelfranco e di Lusia, che si riconoscono per i cespi voluminosi. Le foglie dei variegati, delicate e croccanti, sono di un tenero verde chiaro/giallo, con lievi striature rosso/viola. Sono tutti radicchi che appartengono alla tradizione orticola delle rispettive zone e che costituiscono una discreta ricchezza orticola. Versatili in cucina per la varietà di piatti alla quale si prestano. Spesso sono impiegati anche in funzione di “fiori” per ingentilire ambienti e tavoli. Fonte: ortoveneto.it