“E’ inaccettabile che mentre da un lato si continui a evidenziare l’importanza della dieta mediterranea, riconosciuta nel 2010 dall’UNESCO quale bene protetto e in quanto tale inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità, dall’altro si tenti di fatto di affosarne i prodotti simbolo, quali olio d’oliva, Grana Padano, Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma, ma anche alimenti di alta qualità come quelli a indicazione geografica, ricchi peraltro di importanti nutrienti, che corrono il serio rischio di venire ‘bollati’ come pericolosi per la salute a causa del loro contenuto di grassi, sale e zuccheri e in relazione a un sistema di calcolo fuorviante che non tiene conto di numerosi parametri”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina a proposito dei lavori del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’UE, che si conclude oggi a Bruxelles, in cui sono state approvate delle conclusioni non legislativamente vincolanti sull’etichettatura nutrizionale fronte pacco (front-of-pack nutrition labelling-FOPNL), la famigerata Nutriscore o “etichetta a semaforo”. Grazie all’intervento del Governo italiano e di altri Stati Membri, le conclusioni non sono state approvate all’unanimità ma solo dalla presidenza dell’UE.
“Chiediamo alla ministra della Politiche Agricole Teresa Bellanova di continuare a tenere alta l’attenzione, in quanto nonostante il veto del nostro Paese, che ha sensibilmente diminuito la portata delle conclusioni presentate dalla presidenza tedesca dell’UE, l’approvazione del Nutriscore è stata solo rinviata”, fa notare Verrascina.
“Rimaniamo convinti del fatto che più che cercare di demonizzare prodotti simbolo del Made in Italy nel Mondo, con sistemi eccessivamente semplicistici basati su discutibili semafori rossi o avvisi di rischio, sia sempre più necessario avviare una seria riflessione a livello comunitario, e in prospettiva futura globale, sull’importanza dell’educazione alimentare e del consumo consapevole; in altre parole, bisogna promuovere regimi alimentari sani invece di cercare di orientare la libera scelta del consumatore”, prosegue il presidente della Copagri.
“Ricordiamo, infine, che i produttori agricoli del nostro Paese, i quali durante la drammatica fase pandemica che stiamo attraversando hanno dimostrato il loro grande senso di responsabilità assicurando un regolare e costante rifornimento degli scaffali dei supermercati, sono già alle prese con numerose ataviche problematiche e non possono pagare lo scotto dei danni d’immagine che deriverebbero da simili decisioni”, conclude Verrascina.