E’ melegrane mania in Puglia con aumento dei consumi del 35% e il boom della produzione del 1.400%, con gli ettari coltivati a melograno passati in 5 anni da 67 a oltre 1000.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base di una elaborazione di dati Istat che testimoniano il grande successo della coltivazione delle melegrane, complici studi scientifici, come quello dell’Ecole Politecnico di Losanna, che attestano le proprietà salutistiche del frutto tipico dell’autunno, un elisir contro l’invecchiamento cellulare, con forti poteri antiossidanti.
“In provincia di Taranto si concentra il 40% della produzione italiana di melegrane, con il succo del frutto che si rivela uno dei migliori ausili contro influenza e raffreddore, perché possiede il 40% del nostro bisogno giornaliero di vitamina C. Il frutto del melograno può essere impiegato non solo in campo alimentare ma anche in quello farmaceutico”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Le sue virtù più importanti, infatti, sono generate dalla presenza di sostanze ad alta attività antitumorale come l’acido ellagico, i flavonoidi ed altre sostanze con proprietà antiossidanti – aggiunge Coldiretti Puglia – che nel loro insieme collaborano in modo attivo nella cura di vari tumori.
“L’agropirateria è purtroppo in linea con l’evoluzione dell’imprenditoria agricola locale, anzi precorre i tempi. L’aumento della domanda di melegrane – lancia l’allarme il presidente Muraglia – alimenta le importazioni di prodotto oltre che dai paesi produttori dell’Europa del Sud, Spagna, Israele e Marocco, anche da Cile e Sudafrica, come al solito spacciati per ‘made in Puglia’. Oltre al prodotto fresco, sono i semi lavoratori ad essere importati perché destinati all’industria di trasformazione e alla cosmesi”.
Oggi i Paesi del bacino del Mediterraneo in cui la coltivazione è più diffusa, e si ha maggiore disponibilità di melegrane da commercializzare allo stato fresco, sono Israele e Spagna, ma altri Paesi – ad esempio l’Iran – possono diventare, in futuro, temibili concorrenti.
Sono proprio le melegrane importate dalla Turchia – denuncia Coldiretti Puglia – al quarto posto dei cibi più contaminati da pesticidi irregolari e le melegrane importate da Israele sono al 9° posto dei cibi che inquinano maggioramene l’ambiente, dato che per raggiungere le tavole dei consumatori pugliesi percorrono 2.250 km, bruciando 1,3 chili di petrolio e liberando 4,05 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto.
Sono due le varietà che si stanno diffondendo più velocemente in Puglia, Akko e Wonderful, la prima più precoce – spiega Coldiretti Puglia – dato che la campagna comincia nella prima decade di settembre con una produttività che varia dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro, per la seconda, invece, la campagna prende l’avvio nella seconda metà d’ottobre e la produttività varia dalle 35 alle 45 tonnellate per ettaro. Tra l’altro le melagrane sono richieste anche dalla grande distribuzione organizzata – conclude Coldiretti Puglia – che ha visto crescere vertiginosamente l’attenzione dei consumatori che ne apprezzano i molteplici usi e sono interessati a conoscerne gli utilizzi e le caratteristiche nutritive.