FI.CO, GROSSISTI DEL CAAB: “STOP AI LAVORI”. “DUELLO” SULLE DATE TRA SEGRÈ E FARINETTI

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I grossisti del Caab, Centro Agroalimentare di Bologna, passano alle vie legali per ritardare i cantieri di Eataly World. Nei giorni scorsi gli operatori del mercato ortofrutticolo, tramite il loro avvocato, hanno recapitato una lettera di avvertimento ai dirigenti della società e a Palazzo d’Accursio (sede del Comune di Bologna).

 

La richiesta è quella di "posticipare l’avvio dei lavori di 2-3 settimane, dandoci il tempo di valutare con calma se gli spazi, in cui dovremmo traslocare, siano sufficienti", spiega Renzo Mainetti di Fedagromercati Bologna. La missiva ha mandato in fibrillazione i vertici del Caab, che da mesi sono al lavoro per trovare un accordo per il trasloco dei distributori di ortofrutta. Lo spostamento, di alcune centinaia di metri, è infatti necessario per iniziare a costruire il parco Fico, che sorgerà nelle aree lì a fianco. Dopo un rapido giro di telefonate è stato fissato per mercoledì un incontro tra le parti.

La vicenda arriva dopo il recente balletto sulla data d’inaugurazione, coi soci di Fico, Andrea Segrè (nella prima foto dall’alto) in testa, che hanno smentito il patron di Eataly, Oscar Farinetti (nella seconda foto dall’alto), sull’ipotesi di uno slittamento al maggio 2016 ("non è lui a decidere", l’ha gelato Segrè). Ma i nodi da sciogliere non sono finiti. I grossisti sono sul piede di guerra e, forti di un contratto d’affitto delle aree che li lega al Caab per i prossimi nove anni, non mollano. Al centro dello scontro ci sono i costi del trasloco e l’agibilità dei nuovi spazi, più piccoli, in cui si sposteranno gli operatori.

"Non vogliamo metterci di traverso al progetto Fico, ma poniamo delle condizioni". Le aziende parlano di un "obolo chiesto dal Caab per i nuovi fabbricati, e poi dovremmo anche pagarci gli impianti elettrici". Il costo, calcola Fedagromercati, per le aziende più grandi potrebbe "superare i 200mila euro". Poi c’è il problema dei metri quadri, troppo ridotti: "Noi occuperemo solo il 30% delle aree del Caab, mentre a Fico andrà il restante 70%. Stiamo aspettando i risultati di uno studio di logistica per capire se siano sufficienti per poter lavorare, ma siamo perplessi". Da qui la richiesta "tramite il nostro legale, di sospendere i cantieri". Se la trattativa dovesse saltare, avverte Mainetti, "siamo pronti ad andare dal giudice. Potremmo anche dichiararci indisponibili al trasferimento nel nuovo comparto". (fonte: Repubblica Bologna)

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