PIANTE OFFICINALI, PROVE DI FILIERA

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Organizzato da Regione Emilia Romagna e Apt nell’ambito di Macfrut Digital, il Forum dedicato alle piante officinali ha fatto il punto su un universo molto vario e ancora piuttosto frammentato.

Con il Dl 75 del 2018 che ha riconosciuto queste coltivazioni come attività agricola, si sono tuttavia aperte interessanti opportunità. In particolare – come ha sottolineato conducendo l’incontro Roberta Charini della Regione Emilia Romagna – l’opportunità di strutturarsi in un’ottica di filiera, per valorizzare tutte le fasi che passano dalla produzione alla trasformazione e commercializzazione fino all’utilizzo finale del consumatore. Oggi la coltivazione delle piante officinali è in crescita per gli ampi campi di utilizzo, sono circa 7.000 gli ettari di superfici coltivate, in aumento anche la quota bio.

Dagli interventi è emersa la consapevolezza che il primo passo per un percorso di sistema è proprio quello di approfondirne la conoscenza con indagini statistiche, raccolta dati, formazione e assistenza tecnica, indispensabili queste ultime per orientare le scelte aziendali.

Sauro Biffi del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, una vera istituzione nel campo delle piante officinali in regione (se ne coltivano oltre 480 specie), tracciando un quadro della specie coltivate in Emilia Romagna, ha sottolineato la frammentazione del settore, dove informazione e meccanizzazione sono due volani indispensabili per rendere più remunerativa la coltura.

L’intervento del professor Emiro Endrighi dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha affrontato il tema della coltivazione di erbe officinali in Appennino in cui emerge maggiore parcellizzazione. “Sostegno alla meccanizzazione, valorizzazione attraverso il turismo esperienziale, attività di formazione e individuazione di canali commerciali – ha precisato – possono essere i pilastri di un progetto di sistema, indispensabile per lo sviluppo in Appennino”.

Un diverso punto di vista, legato alla zootecnia, è stato portato dal dottor Maurizio Scozzoli medico veterinario che è intervenuto sull’utilizzo delle piante officinali e degli oli essenziali valorizzati per la loro funzione antimicotica, antibatterica e antiossidante negli allevamenti zootecnici.

Infine la testimonianza di Manuela Rizzoli dell’Istituto erboristico L’Angelica che ha evidenziato le possibili opportunità della parte finale di questo percorso di filiera, con un focus sulla nutraceutica.

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