FRUTTA SECCA, CALCAGNI: “STAGIONE COMMERCIALE EFFERVESCENTE”

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Concluso il periodo di raccolta, la stagione commerciale della frutta secca si prospetta molto attiva. Il clima ha influenzato notevolmente i raccolti dei principali prodotti causando ritardi nella raccolta, discolorazione e rendendo necessari selezioni della merce. Le condizioni hanno portato ad una riduzione dei volumi rispetto alle previsioni.

In linea generale i volumi delle diverse referenze dovrebbero essere inferiori rispetto al 2013, con una forte riduzione per nocciole e fichi provenienti dalla Turchia. Altro fattore non di poco conto la scarsa liquidità economica riscontrata nei Paesi produttori e tra gli importatori a causa dei prezzi alti raggiunti in tutto il settore. Ad effettuare una dettagliata analisi del comparto, di cui è uno dei massimi esperti, è Pino Calcagni (nella foto), presidente di Besana, uno dei principali gruppi in Europa e nel mondo specializzato nell’approvvigionamento e commercializzazione di frutta secca. Calcagni analizza, uno per uno, i mercati delle principali referenze della frutta secca.

 

MANDORLE

Il raccolto della California, principale produttore mondiale, si dovrebbe attestare sulle 906 mila tonnellate, in media sugli ultimi anni. A questo si unisce un buon raccolto in Spagna di 50 mila tonnellate, che rappresenta il principale mercato del Mediterraneo che nel complesso dovrebbe raggiungere le 75 mila tons. Ci sono inoltre buone prospettive per il raccolto 2015 di Australia e Cile. Analizzando più da vicino il mercato californiano, che di fatto influenza i commerci mondiali si nota negli ultimi mesi un calo delle esportazioni del 12%. Si è verificato un vero e proprio crollo degli invii di prodotto nell’Est Europa (-65%) e Cina (-40%). Significativa la diminuzione anche dei Paesi del Medio Oriente (-21%), dell’area dell’Asia bagnata dall’oceano Pacifico (-10%), dell’Europa continentale (-8%). In netto aumento invece l’export verso l’India (+66%). Per quanto riguarda le quotazioni, dopo il significativo aumento dei prezzi che ha portato i valori ad aumentare anche di oltre il 30% con le mandorle vendute a oltre 4 dollari alla libbra e forti guadagni da parte degli speculatori californiani, ci si aspetta una revisione dei prezzi al ribasso nel periodo dicembre-aprile. Un calo che in parte è già in atto.

 

NOCCIOLE

La Turchia, principale produttore mondiale, grazia ad una produzione in netto calo, passata dalle normali 700 mila tonnellate a 480 mila tons, ha potuto speculare notevolmente sui prezzi arrivando a staccare quotazioni superiori dell’85% rispetto all’anno precedente. Ma i valori si sono spinti anche più in là con quotazioni che sono schizzate in alto a tal punto da passare da 6,5 dollari a 13-14 dollari al chilo. I prezzi tuttavia, per mancanza di prodotto di alta qualità, stanno progressivamente calando. Le esportazioni turche, anche per le quotazioni esagerate e per il progressivo calo della qualità del prodotto, hanno subito un crollo tra settembre e ottobre, calando del 22%. A tenere comunque vivo il mercato ci ha pensato Ferrero che ha spinto sugli acquisti. Ma alcuni supermercati hanno ridotto le quantità. Per far fronte all’impennata dei prezzi, diversi operatori dell’industria hanno sensibilmente ridotto la percentuale di nocciole nei loro prodotti. Alcuni piccoli produttori di cioccolato hanno addirittura modificato le ricette a favore di anacardio, mandorle e semi di girasole.

 

NOCI

Stagione dal raccolto abbondante per le noci. La Cina è ritornata ad occupare il primo posto tra i Paesi produttori con 530 mila tonnellate di prodotto, seguita a ruota dagli Stati Uniti – che in sostanza equivale a dire California – con 520 mila tons. La produzione del Centro ed Est Europa si attesta sulla 180 mila tonnellate. “La domanda è piuttosto sostenuta e i consumi sono su buoni livelli – afferma Pino Calcagni. “Il maltempo, tuttavia, ha condizionato in parte la colorazione delle noci, più scura del normale, non intaccando però la qualità organolettica del frutto”. Alcune aree produttive cinesi hanno comunque una ottima qualità, mentre altre sono nella media. Negli Stati Uniti i prezzi sono partiti con quotazioni molto alte ma che vengono assorbiti dal mercato interno senza particolari problemi. Le importazioni del prodotto americano in Europa sono programmate fino al periodo natalizio. Si prospetta così una stagione divisa in due proprio dal Natale.
Per quanto riguarda alcune nicchie di mercato, prosegue con regolarità la domanda delle noci brasiliane il cui prezzo è salito bel oltre i 4 dollari alla libbra. Soddisfacente il raccolto per le noci di macadamia, con buona domanda, soprattutto dalla Cina. Per questo molti Paesi stanno cercando di reintrodurre il prodotto nei propri programmi di produzione. 

 

ANACARDIO

Il mercato è stabile. I racoclti dell’Africa orientale e del Brasile sono buoni. La chiave di volta ora è nell’acquistare i migliori semi naturali e processarli subito per procurare liquidità e poter continuare ad operare. Il mercato in Europa e nord America è stato sostenuto. Le potenzialità dell’anacardio sono ampie, grazie alla versatilità e ai prezzi concorrenziali con nocciole e mandorle che lo pongono come il prodotto più economico tra la frutta a guscio novella. Ad un innalzamento della qualità del prodotto potrebbero salire di pari passo anche i volumi e ampliare di conseguenza la propria quota di mercato.

 

PISTACCHIO

Quest’anno, fatto curioso, Iran – tradizionalmente principale mercato – che California hanno due raccolti molto simili, attorno a 230 mila tonnellate ciascuno. Da ricordare comunque alche la produzione turca, che si attesta attorno alle 70-80 mila tonnellate. In calo la Siria, a causa anche delle forti tensioni politiche e sociali che il Paese mediorientale sta conoscendo, a seguire Grecia e Italia. I prezzi sono stati simili a quelli del 2013, superando comunque la soglia dei 5,35 dollari alla libbra. I commercianti persiani sono stati molto attivi, mentre i californiani hanno giocato sulla politica dello “stop and go”per mantenere su buoni livelli le loro vendite. Lo scenario ora si sposta verso l’Estremo Oriente (Cina, Corea, Vietnam, Indocina).

 

ALTRI PRODOTTI

Per quanto riguarda l’uva sultanina la Turchia e i Paesi produttori mediorientali sono tornati ad ottenere un buon raccolto. Stessa prospettiva per l’Africa orientale. I prezzi sono calati considerevolmente escludendo la concorrenza californiana. I fichi secchi hanno raggiunto prezzi alti nonostante la qualità deludente. A farla da padrone è ancora una volta la Turchia che ha speculato sui prezzi. Situazione simile per le albicocche disidratate, con prezzi alti ed esportazioni in calo. Si attende ilnuovo anno per un’evoluzione dei prezzi su quote più normali. Per quanto riguarda infine i semi di zucca, i semi verdi sono molto richiesti e raggiungono prezzi superiori a 5.000-5.500 dollari alla tonnellata. I consumi sono in netta crescita favoriti anche dalla domanda cinese, seguita da quella russa e dell’Asia centrale. (e.z.)

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