Lo scenario internazionale in cui si inserisce l’edizione 2014 di Interpoma è decisamente delicato. L’elevata produzione a livello europeo sembra confermare le previsioni. I dati diffusi in agosto durante Prognosfruit parlavano di una produzione record di 11,9 milioni di tonnellate, +9% rispetto al 2013 e +12% rispetto alla media dell’ultimo triennio.
Inoltre l’embargo imposto dalla Russia renderà ancora più difficile la collocazione delle mele sui diversi mercati. Con queste nefaste premesse, la redazione del Corriere Ortofrutticolo, a latere della presentazione della kermesse di Bolzano tenutasi ieri a Bologna, ha intervistato Georg Kössler (nella foto), Direttore del Consorzio Mela Alto Adige e Presidente di VOG.
Qual è la situazione allo stato attuale in Alto Adige?
“In Alto Adige si è ad oggi al 40% della raccolta. Al momento si può affermare che le stime iniziali dovrebbero essere giuste. Se non raggiungeremo la crescita prevista (+8%) arriveremo comunque a un +6/7%. Quest’anno la produzione è di qualità molto elevata: le mele si presentano con una colorazione intensa, il giusto calibro e un gusto eccezionale. Nonostante ciò, la situazione generale preoccupa moltissimo”.
In particolare, a quali fattori sono legate le maggiori preoccupazioni?
“A destare timori sono soprattutto i cambiamenti dei flussi commerciali dell’ortofrutta. I paesi europei che prima potevano contare sul mercato russo per collocare i loro prodotti ortofrutticoli si trovano ora le porte chiuse e questo rischia di diventare un problema molto serio. Bisogna ridisegnare tutte le mappe commerciali. Da parte nostra siamo sempre alla ricerca di nuovi sbocchi ma è non è facile. Anche nel Mediterraneo la situazione è complicata. I diversi focolai di guerra rendono difficile intrattenere rapporti con il nord Africa, mercato che per noi sarebbe molto importante”.
Avete mai valutato l’apertura verso mercati più lontani?
“Certo, come dicevo poc’anzi siamo sempre alla ricerca di nuovi mercati. Al momento stiamo valutando l’apertura verso l’india ma non è facile. Quando si studiano le diverse destinazioni entrano in gioco tanti fattori oltre alla logistica. Le preferenze dei consumatori sono differenti da mercato a mercato. Nel nord Europa e nei paesi scandinavi per esempio si prediligono calibri piccoli e dal sapore acidulo mentre nell’area mediterranea le mele vengono richieste di grandi dimensioni e dal sapore dolce. Passando ai mercati asiatici, in India la domanda si concentra soprattutto verso calibri non troppo grandi, colorazioni dei frutti rosso intenso e dalla buccia molto lucida. Nelle zone del sud dell’Asia, invece, si richiedono frutti piccoli e dolci; ma si sa, più la mela è piccola meno è dolce. L’approccio a nuovi mercati rappresenta dunque per noi una sfida che affrontiamo grazie alla continua ricerca di varietà innovative, capaci di soddisfare le richieste dei consumatori”.
Chiara Brandi