EMBARGO RUSSO, SUGLIA: “L’UE AGEVOLI CHI ESPORTA FUORI DALL’EUROPA”

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Dopo l’embargo russo i mercati europei continuano ad accusare il colpo. Il blocco di Mosca ha rimescolato le carte in gioco. Fare previsioni su come evolverà la situazione nei prossimi mesi è quasi impossibile.

Secondo Giacomo Suglia (nella foto), vice presidente di Fruitimprese e presidente di Apeo, Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli, tuttavia il mercato potrebbe entrare ancora più in sofferenza tra poche settimane.

“Gli effetti dell’embargo – sottolinea – si vedranno dall’autunno quando saranno sui mercati le produzioni di mele, pere, kiwi e agrumi. A quel punto capiremo meglio che cosa ha effettivamente comportato lo stop alle importazioni russe di ortofrutta dell’Ue, visto che, prima del blocco, il 40% della produzione ortofrutticola europea veniva dirottata proprio verso la Russia, per un valore di 2 miliardi di euro, mentre per l’Italia l’export verso Mosca lo scorso anno è stato a valore di 130 milioni di euro”.

La notizia poi che la Polonia è in procinto di reagire alle disposizioni di Mosca con esportazioni di mele verso gli Stati Uniti per il presidente di Apeo rischia di complicare le cose e rendere le condizioni di mercato ancora più ingarbugliate. Ad ogni modo ora resta il nodo di come e soprattutto dove collocare la merce europea che era destinata alla Russia. “In parte l’America, dagli Usa al Canada ma non solo, potrà giocare un ruolo importante, anche se il cambio euro-dollaro ci penalizza. L’altra via d’uscita è l’area mediorientale a partire da Arabia Saudita ed Emirati Arabi”.

Suglia poi sottolinea come i 125 milioni di euro di aiuti previsti dalla Commissione europea siano solo briciole. “Per alleggerire il mercato europeo l’Unione Europea dovrebbe premiare le imprese che riescono ad esportare al di fuori del vecchio continente, attraverso, per esempio, agevolazioni fiscali e previdenziali, o altre facilitazioni che siano in grado di dare una spinta all’export extra Ue”. Suglia, infine è preoccupato per un’altra questione: “Se perdura l’embargo e con esso la crisi economica, le produzioni italiane andranno ulteriormente in affanno, scoraggiando i produttori. Si rischia l’abbandono delle terre agricole”. (e.z.)

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